Circolo del cinema di Bellinzona

casella postale 1202

CH-6500 Bellinzona

7 SETTEMBRE -

9 OTTOBRE 2018

CINEBABEL

BRASIL

 
  1. BARRAVENTO

  2. DEUS E O DIABO NA TERRA DO SOL
    IL DIO NERO E IL DIAVOLO BIONDO

  3. TERRA EM TRANSE
    TERRA IN TRANCE

  4. O DRAGÃO DA MALDADE CONTRA O SANTO GUERREIRO
    ANTONIO DAS MORTES

  5. SÃO BERNARDO

  6. BIRDWATCHERS – LA TERRA DEGLI UOMINI ROSSI

  7. BOI NEON
    NEON BULL

  8. AQUARIUS

  9. MÃE SÓ HA UMA
    DON’T CALL ME SON

  10. ARÁBIA
    ARABY

  11. COMO NOSSOS PAIS
    JUST LIKE OUR PARENTS

  12. FAVELA OLIMPICA

  13. FERRUGEM
    RUST

MÃE SÓ HA UMA
DON'T CALL ME SON

Brasile 2016
Anna Muylaert

Con Naomi Nero, Daniel Botelho, Daniela Nefussi, Matheus Nachtergaele, Lais Dias, Luciana Paes…
Colore, v.o. portoghese, st. f/t, 82'

Pierre (Nero) si gode la fine della sua adolescenza nelle feste alla moda di São Paulo ed è alla ricerca della sua vera identità sessuale. Sua madre, che ha cresciuto lui e la sorellina da sola, gli lascia una grande libertà. Ma un giorno cade dalle nuvole quando scopre che sua madre non è la sua vera madre, ma una donna che li ha rapiti alla nascita. E il suo vero nome non è Pierre, ma Felipe. Il suo ritorno presso i genitori biologici, che lo stanno cercando da 17 anni, non sarà però facile: Pierre/Felipe si rende subito conto di non poter condividere la loro concezione della vita…


Anna Muylaert non si discosta molto dai temi affrontati nel suo precedente Que Horas Ela Volta? (The Second Mother, 2015): che ne è delle nozioni di trasmissione, di complicità, di amore, quando le piste della filiazione sono state confuse dalle vicissitudini della vita? (…) La regista non cerca certo di dipanare la matassa facendo trionfare la verità più scontata, che vedrebbe "vincitori" i figli a cui sono stati subito tolti i legami fondamentali e i genitori che reclamano un "dovuto" che di fatto non gli è però mai appartenuto. Preferisce invece l'osservazione sfumata di una situazione inusuale, centrata sull'ambivalenza stoica di un ragazzo più incline a travestirsi da donna davanti a uno specchio che a farsi chiamare Felipe dopo aver per 17 anni risposto al nome di Pierre.

(Gilles Renault, in "Libération", 19.7.2016)