Circolo del cinema di Bellinzona

casella postale 1202

CH-6500 Bellinzona

7 SETTEMBRE -

9 OTTOBRE 2018

CINEBABEL

BRASIL

 
  1. BARRAVENTO

  2. DEUS E O DIABO NA TERRA DO SOL
    IL DIO NERO E IL DIAVOLO BIONDO

  3. TERRA EM TRANSE
    TERRA IN TRANCE

  4. O DRAGÃO DA MALDADE CONTRA O SANTO GUERREIRO
    ANTONIO DAS MORTES

  5. SÃO BERNARDO

  6. BIRDWATCHERS – LA TERRA DEGLI UOMINI ROSSI

  7. BOI NEON
    NEON BULL

  8. AQUARIUS

  9. MÃE SÓ HA UMA
    DON’T CALL ME SON

  10. ARÁBIA
    ARABY

  11. COMO NOSSOS PAIS
    JUST LIKE OUR PARENTS

  12. FAVELA OLIMPICA

  13. FERRUGEM
    RUST

FAVELA OLIMPICA

Svizzera 2017
Samuel Chalard

Documentario.
Colore, v.o. portoghese, st. f, 93'

Rio de Janeiro, da una parte e dall'altra del muro che separa il Parco olimpico in costruzione dalla favela di Vila Autódromo. Nulla impedisce la convivenza tra questi due mondi, ma c'è chi li giudica "incompatibili", a cominciare da Eduardo Paes, il sindaco di Rio, che mette in atto il recupero di quest'area riservata ai poveri. In un primo momento le forze mobilitate sembrano sproporzionate, ma contro ogni aspettativa gli abitanti, determinati, riescono a respingere l'espulsione con una lotta accanita. Con la cerimonia d'apertura dei Giochi olimpici all'orizzonte, per la favela di Vila Autódromo e il sindaco di Rio scatta una corsa contro il tempo.


Il film rinvia lo spettatore a se stesso. Gli lascia lo spazio per riflettere. Effettivamente ognuno ha il diritto di porsi delle domande sulla complessità della situazione. Ci si può chiedere se il sindaco sia completamente dalla parte del torto e quale sia l'interesse generale della città. Si potrebbe anche credere che ciò che viene offerto agli abitanti della favela in cambio dello sgombero, cioè degli appartamenti moderni con ogni confort, sia tutto sommato la soluzione migliore. Come si potrebbe pensare che venti famiglie "salvate" non sia una cosa così insignificante. O credere che tutto ciò sia solo l'inizio di qualcosa di molto più grande. Io non posso rispondere al posto dello spettatore, e ancor meno al posto di coloro che hanno vissuto questa storia.

(Samuel Chalard, dal Dossier de presse del film)