Circolo del cinema di Bellinzona

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CH-6500 Bellinzona

7 GENNAIO 2014 -

25 FEBBRAIO 2014

INGRID BERGMAN

 

Invitata a Los Angeles nel 1939 da David O. Selznick per un remake di Intermezzo (un film di Gustaf Molander da lei interpretato in Svezia tre anni prima), Ingrid Bergman diventa ben presto una star di prima grandezza, “il più illustre regalo della Svezia ad Hollywood”, come si disse a quei tempi.
Nata a Stoccolma nel 1915, rimasta orfana da bambina, Ingrid frequenta la scuola d’arte drammatica del Teatro reale e debutta nel cinema nel 1935, interpretando in quattro anni ben dieci film, sei dei quali con la regia di Molander e uno in Germania con Carl Froelich (Quattro ragazze coraggiose, 1938). Nel 1937 aveva sposato Petter Lindström, il medico-dentista cui rimarrà legata per dodici anni e da cui avrà la figlia Pia.
A Hollywood debutta come detto con Intermezzo: A Love Story di Gregory Ratoff. Il suo soggiorno in California avrebbe dovuto essere solo una breve parentesi. E in effetti Ingrid torna in Svezia per interpretare il suo ultimo film con Molander, Juni natten [Notte di giugno, 1940]. Ma sarà richiamata in America da Selznick, dove, raggiunta dal marito e dalla figlia, rimarrà fino al 1949, imponendosi grazie alla sua intensa bellezza e alla sua bravura come grande interprete di indimenticabili eroine romantiche. A parte il ruolo di prostituta, da lei richiesto, in Il dottor Jekyll e Mr. Hyde di Victor Fleming (1941), il suo volto rimane legato a quelli dell’appassionata Ilsa nel celeberrimo Casablanca di Michael Curtiz (1942), dell’innamorata Maria, eroina della guerra civile spagnola, in Per chi suona la campana di Sam Wood (1943), della Paula minacciata dal marito in Angoscia di George Cukor (1944), dell’adorante psicologa Constance in Io ti salverò (1945), o della languida spia Alicia nello splendido Notorious (1946), entrambi firmati da Alfred Hitchcock.
Ma proprio quando è all’apice della carriera, un pomeriggio del 1949 le capita di andare al cinema con il marito “per vedere un film italiano di un regista che non avevo mai sentito nominare”. Si trattava di Roma città aperta di Roberto Rossellini. “Uscii dalla sala sentendomi una persona del tutto diversa da quella che era entrata. Volevo che il film non finisse mai. Volevo esserci dentro”. Pochi mesi dopo vede anche Paisà, rimanendone sconcertata, e chiedendosi cosa avrebbe potuto fare lei recitando in un film di un genio di tale portata. Scrive a Rossellini, che inizialmente deve farsi spiegare chi sia “quella Ingrid Bergman”. La sua vita prende allora una svolta decisiva. Incontra il regista italiano a Los Angeles e poi parte per Roma per interpretare Stromboli terra di Dio, con l’intenzione di rimanere solo pochi mesi, lasciando il marito e la figlia in California. Ma tra l’attrice e il regista sboccia l’amore, e con esso lo scandalo: la nascita di Robertino porterà al divorzio dal marito, al matrimonio con Rossellini e all’indignazione di Hollywood, che condanna la Bergman ad un ostracismo durato sette anni. Con Rossellini interpreterà cinque film (oltre a un episodio di Siamo donne nel 1953): Stromboli terra di Dio (1950), Europa 51 (1952), Viaggio in Italia (1953), Giovanna d’Arco al rogo (1954) e La paura (1954). Nel 1952 nascono le gemelle Isabella e Isotta.
Dopo la rottura con Rossellini, lavora ancora in Europa con Jean Renoir per Eliana e gli uomini (1956), poi è richiamata negli Stati Uniti da Anatole Litvak per il ruolo della presunta erede degli zar Anastasia (1956), che le vale il secondo Oscar, dopo quello per Angoscia nel 1944. Inizia così la quarta e ultima parte della sua carriera, dove si alterna tra cinema, teatro e televisione. I film da lei interpretati negli anni Sessanta in varie parti del mondo, dopo essersi sposata per la terza volta con il connazionale Lars Schmidt, produttore teatrale, sono però quasi sempre di modesta qualità artistica, nonostante l’impegno che l’attrice infonde sempre nel suo lavoro.
Nel decennio successivo, benché abbia scoperto di avere un tumore al seno, continua a lavorare, conquistando il terzo Oscar (come miglior interprete non protagonista) in Assassinio sull’Orient-Express di Sidney Lumet (1974) e fornendo una grande prova drammatica in Sinfonia d’autunno del suo illustre connazionale e omonimo Ingmar Bergman (1978), che sarà l’ultima sua fatica per il grande schermo. Prima di morire, nel 1982, sarà però ancora la statista israeliana Golda Meir nella serie televisiva A Woman Called Golda.
La Bergman che era piaciuta a David O. Selznick era quella capace di interpretare figure di donne angeliche, idealiste e altruiste (come in Per chi suona la campana, Io ti salverò, o nella Giovanna d’Arco di Victor Fleming del 1948). Ma sicuramente ha saputo dare il meglio di sé in ruoli più ambigui e complessi, come in Casablanca, dove è divisa fra l’amore per il marito e quello per la vecchia fiamma Rick interpretato da Humphrey Bogart, o in Notorious, dove accetta di sdoppiarsi in un gioco molto pericoloso; per non parlare delle donne in crisi dei film girati in Italia con il suo secondo marito.
L’omaggio che i Circoli del cinema le dedicano con questa rassegna si concentra essenzialmente sulla seconda e sulla terza fase della sua carriera (quella hollywoodiana e quella italiana) e vuole anche essere un’occasione per rivedere sul grande schermo alcuni indimenticabili capolavori della storia del cinema, che portano le firme illustri di Cukor, di Hitchcock, di Rossellini, di Ingmar Bergman.
Ringraziamo il Festival di Locarno che ha voluto confermare la sua collaborazione con i cineclub per questa rassegna di gennaio-febbraio (dopo quelle dedicate negli anni passati a Valerio Zurlini, Mike Leigh e Quentin Tarantino) e in particolare il suo direttore Carlo Chatrian, che introdurrà il film d’apertura al Lux di Massagno il 7 gennaio (Bergman & Magnani – La guerra dei vulcani, un documentario di Francesco Patierno che ricostruisce la travagliata vicenda sentimentale delle due attrici con Roberto Rossellini durante la lavorazione di Stromboli con la Bergman e di Vulcano di Willian Dieterle con la Magnani). E grazie anche alla Cinémathèque suisse di Losanna, per la ricerca delle copie e degli aventi diritto.



Michele Dell’Ambrogio

Circolo del cinema Bellinzona



Per l’ottenimento delle copie e dei diritti si ringraziano:

  1. Cinémathèque suisse, Lausanne

  2. Praesens-Film, Zürich

  3. Park Circus, Glasgow

  4. Tamasa/Connaissance du cinéma, Paris


Nonostante le nostre ricerche, non ci è stato possibile trovare i detentori dei diritti per Höstsonaten. Siamo comunque pronti a soddisfare le richieste di chi dovesse pretenderli.