Circolo del cinema di Bellinzona

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CH6500 Bellinzona

CLAUDE

GORETTA

 

Con Alain Tanner e il compianto Michel Soutter, Claude Goretta (nato a Ginevra nel 1929) è stato il regista che più ha marcato la nascita e lo sviluppo del cosiddetto “Nuovo cinema svizzero”  nella Svizzera romanda alla fine degli anni Sessanta e nel corso del decennio successivo. I tre, assieme a Jean-Louis Roy e Jean-Jacques Lagrange (poi sostituito da Yves Yersin), furono i fondatori nel 1968 del Groupe 5, un accordo di produzione con la televisione che permise uno straordinario rinnovamento del cinema nella Svizzera francese nel corso degli anni Settanta. Ma forse non tutti sanno che la passione per il cinema di Claude Goretta nacque ben prima, quando nel 1952, mentre era studente di diritto a Ginevra, aveva fondato con Alain Tanner il Ciné-club universitaire e si esercitava come critico sulle pagine del “Journal de Genève” e della “Tribune de Genève”. Qualche anno dopo ritrova Tanner a Londra, lavora al British Film Institute e nel 1957 realizza con l’amico il cortometraggio Nice Time, opera d’esordio per entrambi, nella quale vengono descritte le notti di Piccadilly Circus. Tornato a Ginevra, Goretta entra come regista alla neonata TSR (Télévision Suisse Romande), firmando molti cortometraggi, documentari e telefilm, uno dei quali, Jean-Luc persécuté (1966), tratto da Ramuz, lo segnalerà come uno dei precursori di quella che poi sarà la Nouvelle Vague del cinema svizzero. Il regista ginevrino non abbandonerà mai la televisione, per la quale nel corso della sua carriera realizzerà una ventina di film di finzione e innumerevoli documentari e reportage. In confronto, l’opera per il grande schermo (che costituisce la parte principale della nostra retrospettiva) è molto più ridotta, limitandosi a una decina di film girati sull’arco di poco più di vent’anni. L’esordio avviene con Le fou (1970), interpretato dall’indimenticabile François Simon, che proprio per questo e per affinità tematiche non può sfuggire al paragone con Charles mort ou vif di Alain Tanner, realizzato l’anno prima e che ne oscura in un certo senso la portata. Il vero successo di Goretta avviene tre anni dopo con L’invitation, una coproduzione con la Francia dal budget molto più elevato di quello cui erano abituati i registi del Groupe 5. Il film, che ottiene il Premio speciale della giuria a Cannes nel 1973, è ancor oggi ricordato come una delle opere più riuscite e graffianti del Nuovo cinema svizzero ed è la prima di tutta una serie di coproduzioni franco-svizzere che Goretta gira al di là o al di qua della frontiera ma con attori perlopiù francesi: Gérard Depardieu e Marlène Jobert in Pas si méchant que ça (1974), Isabelle Huppert e Yves Beneyton in La dentellière (1976), Nathalie Baye (con Angela Winkler e Bruno Ganz) in La provinciale(1981), Magali Noël (con Gian Maria Volonté e Heinz Bennent) in La mort de Mario Ricci (1982), Charle Vanel, Catherine Mouchet e Philippe Léotard in Si le soleil ne revenait pas (1987, ancora da Ramuz), Jacques Perrin e Pierre Arditi in L’ombre (1992), che sarà il suo ultimo film per il cinema. Poi Goretta lavorerà solo per la televisione, svizzera e francese, realizzando finzioni  di pregevole qualità artistica, tra cui alcune trasposizioni dai romanzi di Georges Simenon, con Bruno Cremer nella parte del commissario Maigret,  fino a quella che rimarrà probabilmente la sua ultima opera, Sartre, l’âge des passions (2006), che siamo ben lieti di presentare a Bellinzona in  prima visione ticinese su grande schermo.

Come già accennato, la retrospettiva comprende tutti i lungometraggi  per il cinema (salvo Orfeo, del 1985, trasposizione cinematografica dell’opera di Monteverdi girata a Cinecittà con Giuseppe Rotunno, di cui non si trova più una copia in Svizzera), ma è arricchita da tre chicche: i già citati telefilm Jean-Luc persécuté (1966) e Sartre, l’âge des passions (2006), a ricordare gli inizi e rispettivamente la fine della carriera televisiva di Goretta; e il recentissimo documentario, Bon vent Claude Goretta (2011), che Lionel Baier gli ha dedicato con passione e rara competenza cinefila. In quell’occasione avremo forse come ospite Lionel Baier e, non si sa mai, magari anche lo stesso Claude Goretta, nonostante il suo attuale stato di salute gli renda molto difficili gli spostamenti.


Michele Dell’Ambrogio

Circolo del cinema Bellinzona