Circolo del cinema di Bellinzona

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CLAUDE

GORETTA

 

LE FOU


Sceneggiatura: Claude Goretta; fotografia: Jean Zeller; montaggio: Eliane Heimo; suono: Marcel Sommerer; musica: Guy Bovet; interpreti: François Simon, Camille Fournier, Arnold Walter, Pierre Walker, André Neury, Jean Claudio, Desko Janijc, Frédérique Meininger, Marion Chalut, Jean-Luc Bideau, André Schmidt…; produzione: Claude Goretta, Michel Bühler, Groupe 5/TSR Genève, Svizzera 1970.

35mm, bianco e nero, v.o. francese st. ingl., 87’


Il cinquantenne Georges Plond, capo magazziniere, conduce una vita ordinaria con sua moglie Jeanne, che è paralizzata. La coppia fa molte economie per comperarsi una casa di campagna. Ma Georges deve andare in pensione anticipatamente dopo un attacco cardiaco. Un anno dopo, i loro risparmi spariscono in seguito a un cattivo investimento. Incapace di confessare questa perdita alla moglie, e in rivolta contro la società che l’ha permessa, Georges decide di recuperare il suo denaro e prepara minuziosamente la sua prima rapina…


Questo dramma di un cinquantenne che ha costruito la sua vita su un miraggio (…) è un’esperienza televisiva, a causa della macchina da presa fissa, ad altezza d’uomo, frontale, dove l’apporto della tecnica è sostituito dallo sviluppo temporale. C’è una specie di insistenza sui gesti, sulle persone, una perpendicolarità dello sguardo nei confronti dei visi.

Come il personaggio di Charles mort ou vif di Alain Tanner (1969), anche il mio [sempre interpretato da François Simon] è un uomo di cinquant’anni che scopre “qualcosa d’altro” (…) Ma nel film di Tanner il personaggio è lucido: si analizza e analizza il mondo attorno a lui, si comporta da intellettuale, se volete. Georges Plond, nel mio film, non ha i mezzi di situarsi per rapporto agli altri, né quelli di analizzare la propria situazione. Non ha nessuna difesa. Non può che liberarsi nell’odio e, più tardi, nella follia.

(Claude Goretta, dal materiale pubblicitario del film)

Il protagonista di Le fou differisce da quello di Charles mort  ou vif: la sua è una rivolta sorda, che non perviene a nessuna presa di coscienza, se non quella della propria impotenza.

(Vincent Adatte, “Ciné-Bulletin”, dal Bollettino della Cinémathèque suisse, n. 264, novembre-dicembre 2011)