Circolo del cinema di Bellinzona

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CH6500 Bellinzona

CLAUDE

GORETTA

 

LA PROVINCIALE


Sceneggiatura: Claude Goretta, Jacques Kirsner, Rosine Rochette; fotografia: Philippe Rousselot; suono: Pierre Gamet; musica: Arié Dzierlatka; scenografia: Jacques Bufnoir; interpreti: Nathalie Baye, Angela Winkler, Bruno Ganz, Pierre Vernier, Patrick Chesnais, Dominique Paturel, Roland Monot, Jean Obé…; produzione: Yves Peyrot, Raymond Pousaz, Phenix Productions (F)/Gaumont (F)/SSR/FR3 (F), Francia/Svizzera 1980.

35mm, colore, v.o. francese st. ingl., 112’.


Christine, 31 anni, disegnatrice edile, lascia la natia Lorena poiché la fabbrica dove è impiegata è in sciopero da tredici mesi. Tenta la fortuna a Parigi, ma l’architetto al quale è stata raccomandata è più interessato alle sue grazie che alle sue competenze. Ridotta a svolgere piccole mansioni, vende appartamenti di lusso e distribuisce prospetti pubblicitari. Incontra Rémy, rappresentante svizzero di una ditta farmaceutica, sposato e padre di due bambini, e diventa la sua amante. Ma egli deve partire per il Giappone. Poi conosce Claire, attrice disoccupata diventata prostituta di lusso…


Ho mantenuto il personaggio dell’attrice in crisi, che pensa di uscire dalla sua situazione attraverso una sorta di guerriglia clandestina, la prostituzione. Ma quel che mi importava maggiormente era di mostrare una donna, elegante e dolce, che attraversava tutta una serie di aggressioni quotidiane, una serie di prove legate alla crisi e al suo sesso (…) Il film avrebbe inizialmente dovuto chiamarsi Le refus, ma poi l’abbiamo cambiato, per due ragioni: la prima è che esiste una superstizione che impedisce di proporre un titolo così negativo; poi in questo modo si forniva troppo presto una chiave di lettura del film (…) Alla fine La provinciale mi è sembrato buono. Non tanto perché indica un’opposizione tra la campagna e la città, ma al contrario uno spostamento della popolazione provocato dalla ricerca del lavoro.

(Claude Goretta,  “Télérama”, 21 gennaio 1981, et “La tribune de Genève”, 3-4 gennaio 1981)

La disoccupazione, qui, rimane al suo posto: un elemento di stress supplementare, un rivelatore dell’insicurezza sociale; ma Goretta parla di un disagio più vasto, quello causato da una società competitiva che distrugge poco o molto ognuno dei suoi membri. Una società dove l’assenza di rapporti veri, la mancanza d’amore, l’incertezza degli obiettivi trasformano la vita quotidiana in un incubo ricorrente.

(Michel Mardore, “Le Nouvel Observateur”, dal Bollettino della Cinémathèque suisse, n. 264, novembre-dicembre 2011)