Circolo del cinema di Bellinzona

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CH-6500 Bellinzona

9 MAGGIO 2015 -

16 GIUGNO 2015

I FRATELLI COEN

parte seconda

 

Per la prima volta in 68 anni, a presiedere la giuria del prossimo festival di Cannes saranno due persone: i fratelli Coen. E non si poteva fare altrimenti: i due fratelli sono infatti inseparabili, tanto che sono definiti generalmente dalla critica “il regista a due teste”. Lo spettatore è abituato ad andare a vedere l’ultimo film dei FratelliCoen, quasi come se i due fossero un unico artista.
Una delle poche differenze tra i due fratelli sono gli studi intrapresi: Joel ha frequentato una scuola di cinema, Ethan si è laureato in filosofia. Se queste diverse formazioni si possono percepire nei primi film, in cui Joel è soprattutto regista e Ethan sceneggiatore, a mano a mano che il tempo passa i loro ruoli si confondono e si sovrappongono. E nonostante sia sempre Joel a firmare la regia ed Ethan la produzione dei film, questa è solo una semplificazione per i titoli di testa.
La duplice formazione si ripercuote sul loro modo di fare cinema. Nei film sono sempre presenti frammenti di filosofia e di storia del cinema, che attribuiscono a ogni loro opera un secondo livello di lettura, anzi spesso e volentieri molteplici livelli di lettura. Questo lato intellettuale (o intellettualistico?) è sempre mascherato da un’ironia e un sarcasmo che sfociano spesso nel nonsense, nella demenzialità. E i due fratelli del Minnesota sghignazzano e non rispondono se qualche critico chiede loro chiarimenti a proposito di una scelta tecnica o di una scelta di sceneggiatura. Da buoni cinefili conoscono perfettamente il cinema classico e si divertono a smontare e rimontare le strutture, a creare dei personaggi con caratteristiche stereotipate che non sono mai eroi positivi: la maggior parte delle volte sono cattivi, perdenti o, nella migliore delle ipotesi, idioti. La macchina da presa segue queste figure con distacco, in maniera fredda, e ciò contribuisce a renderle grottesche agli occhi dello spettatore. I personaggi vagano per il mondo incapaci di trovare il proprio posto, incapaci di gestire le situazioni assurde in cui si trovano invischiati. Ciò che rende i film realistici, nonostante i singoli eventi siano inverosimili, è la costruzione globale della storia.
“Nichilisti, postmoderni, falsari, giocolieri, inclassificabili”, così li aveva definiti Michele Dell’Ambrogio nella locandina uscita nel 2000, in occasione della prima parte della rassegna dedicata ai due fratelli. Forse 15 anni e nove film più tardi, possiamo aggiungere “costantemente innovatori”. Negli ultimi anni, oltre a dare alla luce nuove commedie (O Brother, where art thou; Intolerable cruelty; Burn after reading; A serious man) e thriller (No country for old men), si sono spinti fino al western (True Grit) e al dramma (The man who wasn’t there, Inside Llewiyn Davis).
Questa è quindi la seconda parte della rassegna dedicata ai Coen e si propone di percorrere, a partire da The big Lebowski, che abbiamo deciso di riproporre come punto di partenza, i loro ultimi nove film.
Speriamo, tra una quindicina di anni, di poter presentare una terza parte.



Manuela Moretti

Circolo del cinema Bellinzona



  1. . Nonostante le nostre ricerche non abbiamo trovato gli aventi diritto per The Man Who Wasn’t There e The Ladykillers. Siamo comunque pronti a rispondere ad eventuali richieste in tal senso.

Per l’ottenimento dei diritti si ringraziano:

  1. Praesens Film, Zürich

  2. Ascot-Elite, Zürich