Circolo del cinema di Bellinzona

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CH-6500 Bellinzona

10 MAGGIO 2016 -

14 GIUGNO 2016

UNA COMPASSIONE CIVILE

IL CINEMA DEI FRATELLI DARDENNE

 

ROSETTA

Rosetta
Belgio/Francia 1999

Regia: Jean Pierre Dardenne e Luc Dardenne; soggetto e sceneggiatura: Jean Pierre Dardenne e Luc Dardenne; fotografia: Alain Marcoen; montaggio: Marie-Hélène Dozo;
interpreti: Emilie Dequenne, Fabrizio Rongione, Anne Vernaux, Oliver Gourmet, Bernard Marbaix.Frédéric Bodson;
Produzione: Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne, Laurent Pétin, Michèle Pétin per Les films du Fleuve/RTBF/ARP Sélection.

35 mm, colore, v.o. francese st. t., 91’

Contando solo sulla sua determinazione, Rosetta (Dequenne) cerca lavoro per mantenere anche la madre alcolizzata (Vernaux) e pagare l’affitto della roulotte in cui vive: quando viene licenziata non esita a denunciare i piccoli furti del ragazzo (Rongione) che l’aveva aiutata a trovare l’impiego per prenderne il posto, ma l’angoscia della vita sembra troppo grande per essere sopportata.
Senza preoccuparsi di antefatti o cornici narrative, i fratelli Dardenne (autori anche della sceneggiatura) dipingono il disperato ritratto di un essere umano: non c’è ideologia (o, peggio, consolazione), ma solo la voglia di cogliere la concretezza immediata dei suoi atti e delle sue rabbie (e paure). Senza per questo abdicare al ruolo del cinema, le cui immagini riprese da una macchina a spalla solo apparentemente sembrano a rimorchio dell’azione: in realtà guidano l’occhio dello spettatore, grazie anche a un montaggio poco visibile ma onnipresente e al rifiuto del tradizionale linguaggio del campo/controcampo (concentrandosi in questo modo solo su un personaggio e sulle sue reazioni). La cronaca di una miseria quotidiana si eleva così a riflessione sulla malvagità del mondo e sulla solidarietà umana. Strameritati la Palma d’oro e il premio per la miglior interpretazione (a Emilie Dequenne) a Cannes.

(Il Mereghetti. Dizionario dei film 2014, Milano, Baldini&Castoldi, 2013)

Rosetta non ha psicologia perché ha delle cose da compiere, da fare. Il suo intero essere è occupato, ossessionato, obnubilato, assediato da quello che deve fare, cercare, trovare.
(Au dos de nos images 1991/2005, Edition Librairie du XI siècle, in Elena Galeotto, “Nel nome dei figli”, Etica ed estetica dello sguardo, Giuseppe Maimone Editore)



Per l’ottenimento delle copie si ringrazia:

  1. Xenix Filmdistribution, Zürich