Circolo del cinema di Bellinzona
casella postale 1202
CH-6500 Bellinzona
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10 MAGGIO 2016 -
14 GIUGNO 2016
UNA COMPASSIONE CIVILE
IL CINEMA DEI FRATELLI DARDENNE
LA PROMESSE
La promessa
Liegi: il quattordicenne Igor (Renier) assiste il padre Roger (Gourmet) nei traffici illegali di manodopera clandestina. Lo “tradirà” per mantener fede alla promessa fatta a un immigrato africano (R. Ouedraogo) morto per la caduta da un ponteggio. (Il Mereghetti. Dizionario dei film 2014, Milano, Baldini&Castoldi, 2013)
Con La promesse abbiamo preso coscienza che l’inquadratura si definisce col corpo dell’attore. Prima, anche per i nostri documentari, che erano di fatto assai teatrali, i personaggi arrivavano dentro uno spazio preesistente. Ora noi proviamo a fare in modo che lo spazio sia dato da ciò che lo riempie.
Belgio/Francia/Tunisia/Lussemburgo 1996
Regia: Jean Pierre Dardenne e Luc Dardenne; soggetto e sceneggiatura: Jean Pierre Dardenne e Luc Dardenne, Léon Michaux, Alphonse Badolo; fotografia: Alain Marcoen; montaggio: Marie-Hélène Dozo; musica: Jean–Marie Billy, Denis M’Punga;
interpreti: Jéremie Renier, Oliver Gourmet, Assita Ouedraogo, Rasmané Ouedraogo, Hachemi Haddad;
produzione: Hassen Daldoul, Luc Dardenne, Claude Waringo, Jacqueline Pierreux per Les Films du Fleuve/RTBF/Samsa Film/Touza Productions/ERTT.
35 mm, colore, v.o. francese st. t., 93’
Un intenso e impressionante film di formazione che la forte sensibilità al documentario dei due registi belgi (ne hanno girati una quarantina) tiene lontano da qualsiasi meccanismo spettacolare: con spirito rosselliano, la macchina da presa indaga e mostra il reale facendo scaturire il dramma e la presa di coscienza attraverso i corpi, gli oggetti e le azioni dei personaggi, e lascia che la “materialità” semplice e cruda delle situazioni sia trasfigurata simbolicamente dalla sola forza delle immagini. Con tanta “tv verità” distorta dai fasulli imperativi della comunicazione, uno sguardo in profondità che ha l’effetto di una boccata d’ossigeno dopo un prolungato inquinamento visivo: benefico, ma quasi scioccante per la sua purezza.
(Fratelli Dardenne, “Cahiers du Cinéma”, 539, in “Cineforum”, 505, giugno 2011)
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