La camera segreta
di Claire Denis
CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA
MARZO 06 - APRILE 06
LA CAMERA SEGRETA di Claire Denis

Dopo le esperienze positive delle scorse edizioni, anche nel 2006 L'occhio delle donne si ripropone al pubblico ticinese per offrire una nuova rassegna cinematografica al femminile.
In collaborazione con il Circolo del Cinema di Bellinzona e il Circolo del Cinema di Locarno, abbiamo il piacere di presentare la regista francese Claire Denis.
Questa retrospettiva sarà nelle sale dei Cineclub dal 7 marzo all'11 aprile 2006.
Ancora una volta vogliamo insistere sul lavoro di una regista, allo scopo di mettere in evidenza la creazione femminile nello spazio indifferenziato del cinema e mostrare alle spettatrici e agli spettatori, le peculiarità della sua opera. I film in programma sono: Chocolat (1988), J'ai pas sommeil (1994), Nénette et Boni (1996), Beau Travail (2000), Trouble every day (2001), Vendredi Soir (2002) e L'intrus (2004).
Per la realizzazione di questo progetto ringraziamo inoltre l'Alliance Française e la Semaine de la Francophonie.

Claire Denis nasce a Parigi il 21 aprile 1948, ma cresce in Africa fino all'età di 14 anni. Si laurea nel 1972 all'IDHEC, la scuola francese di cinema. Ha mosso i primi passi come assistente alla regia con alcuni dei grandi nomi del cinema, quali Costa-Gavras, Jacques Rivette, Jim Jarmusch, Wim Wenders, prima di dirigere a 40 anni il suo film d'esordio, Chocolat (1988), una riflessione sul colonialismo in Africa.
Per la Denis il cinema é, come lei stessa descrive il suo operare, la linea di una terra che man mano che ci si avvicina prende forma e, come da una barca, la superficie terrestre mostra i suoi dettagli. A cavallo tra due culture, per tradizione e motivi politici, simbiotiche come quella africana e francese, la regista ha fruito dell'eredità intellettuale della Nouvelle Vague, senza mai mostrarsi un'epigona, ma piuttosto elaborando, proprio in quella sorta di camera segreta che è il suo mondo visivo, gli insegnamenti di quella stagione del cinema francese.
La sua attività non è mai stata frenetica proprio perché resta sempre molto attenta al lavoro che precede l'opera: i suoi film e i suoi documentari restituiscono, nel bene e nel male, il percorso di elaborazione della coscienza.
Il suo non può dirsi uno sguardo leggero sulle cose, il suo filmare è denso con la pretesa della massima partecipazione da parte dello spettatore; questi ha accesso a un mondo quanto mai privato, ai limiti del segreto, nel quale condividere codici e segnali. Quanto più alta sarà la sua partecipazione e la sua complicità all'interno di queste coordinate della coscienza, tanto più potrà essere viva e ricca la compartecipazione emotiva, sempre segreta, con il cinema di Claire Denis. Autobiografismo estremo quindi, dove tempi e luoghi nei suoi film restano quasi esclusi, marginali, basti pensare alle ruvide immagini di Beau Travail (2000). Ancora più densamente in un accelerato personale autobiografismo si colloca Vendredi soir (2002). La visione conferma il percorso della Denis e dimostra, ancora una volta, di quanto e come, l'analisi autobiografica per l'autrice lavori all'interno di codici del tutto estranei a quelli correnti.
Sotto questa prospettiva si profilano i contorni delle poetiche della Denis, che per vocazione resta un personaggio appartato, quanto vitale, sfuggente a qualsiasi catalogazione che apparirebbe restrittiva e comunque inadeguata.
(Tonino de Pace, www.sentieriselvaggi.it)
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