La camera segreta
di Claire Denis
CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA
MARZO 06 - APRILE 06
NÉNETTE ET BONI
Francia - 1996

Regia: Claire Denis; Sceneggiatura: Claire Denis, Jean-Pol Fargeau;
Fotografia: Agnès Godard; Montaggio: Yann Dedet; Musica: Tindersticks; Scenografia: Arnaud De Moléron; Interpreti: Grégoire Colin, Alice Houri, Valeria Bruni Tedeschi, Vincent Gallo; Produzione: Georges Benayoun/ Dacia Films - La sept cinema canal +, Centre national de la cinamatoghraphie;
35 mm,colore, v.o. 103 min.

Boniface, detto Boni, diciannove anni, pizzaiolo al porto di Marsiglia, non vuole più nemmeno sentir parlare di suo padre Felix, dopo la morte della madre. Felix, commerciante di lampadari, si è occupato di Nénette, quindici anni, la sorella di Boni. Il ragazzo vive alla giornata, vendendo pizze e fantasticando su un amore che lo rende ancora più solo. Egli attende, nell'umidità del suo nido, che il suo sogno finalmente si realizzi. Nénette scappa dal collegio e piomba a casa sua, invadendo la catapecchia ereditata dalla madre…

“ (…) Un cinema a fior di pelle, incollato alle sensazioni della cinepresa, agli odori, ai fruscii fin sotto le lenzuola come ai rigurgiti di una caffettiera. La parlata, l'alito, la pelle degli attori. Un'intimità con i personaggi, dei tempi che si dilatano, si attardano incredibilmente per capire questa intimità. L'humour, che annulla ogni tentazione di intellettualismo. L'impegno antirazzista. Avvicinarsi quasi impercettibilmente, casualmente ai personaggi, capire le loro motivazioni, attraverso un itinerario apparentemente fisico.
Valeria Bruni Tedeschi colta in poche immagini quasi rubate nella sua autenticità. Il ballo, la musica, i primissimi piani con Vincent Gallo. Le situazioni si ordinano progressivamente, sul filo di uno sguardo originale, fatto di primissimi piani, senza la necessità di alcuna spiegazione, senza piani generali. Solo basato su una estrema generosità nei confronti di tutti i personaggi.
E' in questa intimità, anche nei confronti dei caratteri negativi, che ritroviamo tutta la generosità, l'acuità sociale, la finezza psicologica, la forza politica di un cinema personale e progressista.”
Fabio Fumagalli