CINEMA DELL'ALTRO MONDO
novembre - dicembre 2005
CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA

Presentazione

di Michele Dell'Ambrogio

Giunta alla dodicesima edizione, la rassegna finora denominata Cinema dal sud del mondo cambia titolo. Il termine «sud», usato finora in sostituzione dell'ormai logora espressione «terzo mondo», oggi ci sembra anch'esso svuotato di senso, considerato come il sud abbia invaso il nord e il nord il sud, senza tener conto dell'est e dell'ovest che pure si rimescolano a vicenda sull'onda della globalizzazione e degli inarrestabili flussi migratori. In attesa di suggerimenti migliori, abbiamo quindi optato per la denominazione, generica sì ma anche carica di positiva ambiguità, Cinema dell'altro mondo. Un altro mondo che spazia dalla Bolivia al Giappone, dal Marocco alla Russia, includendo quindi realtà molto diverse non solo geograficamente, ma anche dal punto di vista politico, economico, culturale e, last but not least, cinematografico. Quel che conta, e che rimane immutato rispetto alle passate edizioni, è che questi film provengono da realtà quasi sempre ignorate dall'industria cinematografica, sempre più radicata ad Hollywood e nelle sue innumerevoli succursali mondiali, e propongono un modo diverso di rappresentazione della realtà, che non potrà che arricchire lo spettatore che cerca di sottrarsi all'omologazione culturale imposta dalle leggi del mercato.
Undici film per quattordici proiezioni, a Bellinzona, Locarno e anche a Lugano, che rientra nel giro dopo la battuta d'arresto fatta segnare lo scorso anno. Undici film che sono quasi tutti in prima visione ticinese. Se si eccettuano Touki-Bouki (che è un classico del nuovo cinema africano, realizzato dal grande e compianto Djibril Diop Mambéty nel lontano 1973, e che aveva fatto qualche timida apparizione solo nel circuito culturale nel decennio successivo), Nobody Knows del giapponese Hirekazu Kore-Eda (già uscito nelle sale ticinesi, ma non nel Bellinzonese), il marocchino L'enfant endormi e il kazako Schiza (presentati rispettivamente al Festival di Locarno di quest'anno e a Castellinaria l'anno scorso), gli altri sette film vengono proiettati per la prima volta sugli schermi ticinesi. E per la maggior parte di loro c'è da supporre che la prima proiezione coincida con l'ultima, visto lo scarso interesse con cui i proprietari delle sale guardano a questo tipo di cinema, che pure esiste massicciamente e miete successi nei festival internazionali.
A parte Touki-Bouki, si tratta come al solito di film molto recenti, realizzati tra il 2002 e il 2005, che permettono quindi di gettare uno sguardo sullo stato delle cose del cinema mondiale. Da tempo ormai la nostra rassegna non si limita più a far circolare quei pochi titoli scelti dalla trigon-film e dal Festival di Friburgo per il «Circuito del sud» (come avviene in altre località svizzere), ma si sforza di allargare l'offerta attingendo ad altre fonti. Se in passato potevamo contare soprattutto sulla generosa offerta della Fondazione Montecinemaverità, oggi, dopo la sua estinzione, siamo costretti a cercare altrove. Quest'anno abbiamo accettato tre film su quattro proposti ufficialmente per il «circuito» dalla trigon (Touki-Bouki, L'enfant endormi e El corazón de Jesús); due sono altri film trigon (Nobody Knows e Le grand voyage, entrambi programmati solo a Bellinzona: il primo per il motivo già detto sopra, il secondo perché è prevista l'uscita in sala a Locarno e a Lugano in primavera); tre sono film della Xenix (Schiza, Kilometre zero e Koktebel); due della Look Now! (Japón e Los muertos); e uno della Frenetic (Café Lumière). Sono tutte case di distribuzione di Zurigo interessate anche al «cinema dell'altro mondo» (e che guarda caso riescono a piazzare abbastanza bene i loro prodotti nella Svizzera interna, ma molto meno nel Ticino).
Il livello qualitativo degli undici film in programma è assai alto: si va da opere di maestri del cinema ormai consacrati (Hou Hsiao-Hsien, Hirokazu Kore-Eda, Djibril Diop Mambéty) ad opere prime o seconde di giovani registi che sono delle autentiche speranze per il futuro. Quindi non ci limiteremo ad invitare il pubblico a un buon viaggio, attraverso i film, nei paesi dell'altro mondo; ma ci auguriamo anche che ognuno possa fare, in questo percorso, delle autentiche scoperte cinematografiche.

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