Circolo del cinema di Bellinzona
casella postale 1202
CH-6500 Bellinzona
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12 GENNAIO 2016 -
22 MARZO 2016
ELIA KAZAN
(e i suoi attori) - Parte seconda: 1954 – 1976
ON THE WATERFRONT
FRONTE DEL PORTO (1954)
Un ex pugile fallito, Terry Malloy (Brando), il cui fratello Charlie (Steiger) ha fatto carriera spalleggiando il corrotto boss del sindacato portuale (Cobb), accetta di testimoniare contro il gangster per amore di Edie (Saint), la sorella di un lavoratore ucciso, anche dopo che Charlie è stato ammazzato.
Se Fronte del porto ha avuto tanto successo, è per quattro ragioni. La prima si chiamava Marlon Brando. Non conosco nessun altro attore che abbia messo più talento in un’interpretazione in tutta la storia del cinema americano. La seconda è stata l’abnegazione, la tenacia e il talento di Budd Schulberg, lo sceneggiatore. Non ha mai fatto un passo indietro. La terza risiede nella solidità e nell’efficienza che io stesso ho mostrato nelle riprese esterne, nelle strade. Non ho mai ceduto, nonostante le difficoltà. Infine c’è stato il valore di Sam Spiegel, il produttore. Dopo che il ruolo principale fu attribuito, il suo contributo nella riscrittura della sceneggiatura è stato fondamentale.
Sceneggiatura: Budd Schulberg, da un suo racconto originale, suggerito da una serie di articoli di Malcolm Johnson; fotografia: Boris Kaufman; ontaggio: Gene Milford; scenografia: Richard Day; musica: Leonard Bernstein.
Interpreti: Marlon Brando, Eva Marie Saint, Lee J. Cobb, Karl Malden, Rod Steiger, Leif Erickson…
Produzione: Sam Spiegel per Horizons Films/Columbia.
Bianco e nero, v.o. st. it, 108’
Girato verso la fine dell’epoca maccartista durante la quale Kazan aveva “collaborato” denunciando alcuni ex compagni comunisti (…), è “uno di quei film che rivelano un’epoca ponendo allo scoperto la falsa coscienza degli intellettuali come pochi altri” [Fofi]: discutibilissimo (e criticatissimo) sul piano dei contenuti sociali, con la sua rappresentazione totalmente negativa delle organizzazioni sindacali e degli operai stessi; effettistico e demagogico nella messa in scena; disequilibrato nella struttura narrativa, con l’ingombrante presenza del prete (Malden) che finisce per essere il vero punto di riferimento della storia. Resta, a riscattare il film, l’interpretazione di Brando, migliore nella scena in cui prende coscienza col fratello in macchina che in quella del pestaggio, eccessiva e masochista come l’ideologia del film. Rimane comunque scolpita nell’immaginario collettivo la scena finale in cui Malloy, pesto e barcollante, si avvia alla “chiamata” per il lavoro. Ottenne dodici nomination e vinse otto premi Oscar.
Schede tecniche da:
Alfredo Rossi, Elia Kazan, Firenze, La Nuova Italia (Il Castoro Cinema), 1977; e da www.imdb.com.
Sinossi e giudizi critici da:
Il Mereghetti. Dizionario dei film 2014, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2013.
Dichiarazioni di Elia Kazan da:
Elia Kazan, Une vie, Paris, Grasset, 1989 [traduzione dal francese di Michele Dell’Ambrogio]
In collaborazione con:
Per l’ottenimento delle copie e dei diritti si ringraziano:
Per alcuni film non siamo riusciti a risalire agli aventi diritto.
Siamo comunque disponibili a rispondere a richieste in tal senso.
Presentato da: