Circolo del cinema di Bellinzona

casella postale 1202

CH6500 Bellinzona

3 SETTEMBRE -

16 OTTOBRE 2012

CINEBABEL POLONIA

 

THE MILL AND THE CROSS
COLORI DELLA PASSIONE

Lech Majewski, Polonia/Svezia 2011


Sceneggiatura: Lech Majewski, Michael Francis Gibson; fotografia: Lech Majewski, Adam Sikora; montaggio: Eliot Ems, Norbert Rudzik; interpreti: Rutger Hauer, Michael York, Charlotte Rampling, Oskar Hulitzka, Johanna Litwin, Dorota Lis, Marian Makula…; produzione: Telewizja Polska, TVP/Bokomotiv Freddy Olsson Filmproduktion (Svezia), Polonia/Svezia 2011.

DCP, colore, v.o. inglese st.. f/t, 92’

Premio speciale della Giuria al Festival del film polacco di Gdynia 2011.


Lech Majewski invita lo spettatore a vivere dentro all'epico capolavoro del maestro fiammingo Pieter Bruegel, La salita al Calvario (1564): la tela riproduce la Passione di Cristo ambientando la scena nelle Fiandre del XVI secolo, sconvolte dalla brutale occupazione spagnola. Il protagonista della narrazione è il pittore stesso intento a catturare frammenti di vita di una dozzina di personaggi: la famiglia del mugnaio, due giovani amanti, un viandante, un'eretica, la gente del villaggio e i minacciosi cavalieri dell'Inquisizione spagnola.


La contaminazione tra il linguaggio della pittura e quello del cinema, comprese le loro declinazioni più recenti, in opere dal forte taglio autoriale, non è certo una novità nella Settima Arte; così come non lo è la riutilizzazione del gusto pittorico per far letteralmente rivivere epoche passate, filtrato attraverso un uso espressivo delle nuove tecnologie e del digitale. Un'opera come I colori della Passione si muove dunque, in un certo senso, su un sentiero già tracciato: non solo da un maestro come Andrei Tarkovsky, che già nel 1974 aveva "citato" Bruegel in quadro vivente inserito nel suo film Lo specchio, ma anche dalle più recenti, moderne sperimentazioni di registi quali Eric Rohmer e Aleksandr Sokurov, che in opere come La nobildonna e il duca e Arca russa portavano avanti quest'opera di compenetrazione e reciproca fecondazione tra linguaggi, tra passato e futuro, tra estasi della creazione pittorica e un cinema che fa un passo fuori dai suoi confini per iniziare a mutare in qualcos'altro. Non è un caso che Majewski sia videoartista prima che regista cinematografico, non è un caso la natura transmediale del suo lavoro, il suo interesse per il teatro e la scrittura (quando già le opere di Bruegel avevano in sé elementi narrativi e teatrali insieme), l'eclettismo rigoroso e insieme immaginifico delle sue opere. (Marco Minniti, in www.movieplayer.it)


Lech Majewski è nato nel 1953 a Katowice. Studi all’Accademia di Belle Arti di Varsavia e diploma di regia alla Scuola Nazionale di Cinema di Łódź, sotto la direzione di Wojciech Has. All’inizio degli anni ’80, dopo l’introduzione della legge marziale, emigra in Inghilterra e poi negli Stati Uniti. Oggi ha la doppia cittadinanza polacca e americana. I suoi interessi sono molteplici: é poeta, pittore, compositore, video artista, regista teatrale e cinematografico, produttore. Diversi musei, tra cui il Moma di New York, gli hanno dedicato retrospettive delle sue opere. Fra i suoi film più recenti, Wojaczek (1999), Angelus (2000), Metaphysics (2004), The Garden of Earthly Delights (2004), ispirato al trittico di Bosch, The Mill and the Cross (2011). Sta lavorando ad un film ispirato a Dante Alighieri.

In collaborazione con:

  1. Babel - 7º Festival di letteratura e traduzione
    Bellinzona 13-16 sett 2012

  2. Cinélibre - associazione svizzera dei cinema e dei circoli del cinema senza scopo di lucro

Con il patronato di:

  1. S.E. Jaroslaw Starzyk
    Ambasciatore della repubblica di Polonia

Con il sostegno:

  1. Ufficio federale della Cultura, sezione Cinema

  2. Ambasciata della repubblica di Polonia a Berna

  3. Polish Film Institute, Varsavia