Circolo del cinema di Bellinzona


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CINEBABEL MESSICO

3 settembre - 26 ottobre 2010

 

Temporada de patos

Fernando Eimbcke, Messico/Usa 2004


Sceneggiatura: Fernando Eimbcke, Paula Markovitch; fotografia: Alexis Zabe; montaggio: Mariana Rodríguez; musica: Liquits; interpreti: Carolina Politi, Daniel Mirando, Diego Cataño, Danny Perea, Enrique Arreola, Antonio Zuñiga, Alfredo Escobar, Señor Sudoroso, Sara Castro; produzione: Jaime Bernardo Ramos, Frida Torresblanco, Christian Valdelièvre per CinePantera/Fidecine/IMCINE/Lulú/Esperanto Filmoj/Titan Talent & Entertainment, Messico/Usa 2004.

35mm, bianco e nero, v.o. spagnola st. f/t, 90’


La vicenda che si racconta in Temporada de patos (letteralmente: La stagione delle papere) è semplicissima e stralunata al tempo stesso: una domenica pomeriggio in un quartiere suburbano di Città del Messico, un appartamento, tre adolescenti e un pony express adulto solo per modo di dire. Al principio due ragazzini, Moko e Flama, sono soli, dopo che la madre di Flama li ha lasciati in casa tra mille raccomandazioni. L’X Box è il loro rifugio, l’arma antisolitudine più potente di cui dispongono e con cui battagliano all’ultimo sangue… Il divertimento è interrotto bruscamente da una vicina di casa, un’intraprendente coetanea di nome Rita alla ricerca di un forno dove cuocere il dolce che sta preparando. I due la spediscono in cucina, ma il destino è in agguato: un improvviso black out li distoglie forzatamente dal loro passatempo e li obbliga ad un pomeriggio del tutto diverso… Per sfuggire alla noia hanno allora la bella pensata di ordinare una pizza con consegna a domicilio…


Un rimescolamento di sensazioni, trasalimenti, paure e rifiuti nei confronti del mondo e dell’età adulta che rivela un vero talento di narratore nel regista (qui alla sua opera prima)… Termporada de patos possiede un’intelligenza di sguardo che letteralmente “taglia”; ma sa anche stemperare il pessimismo e il malessere in momenti surreali e comici che lo rendono film dalla partitura lucida e senza cedimenti.

(Denis Zordan, in www.cinemalia.it)