Circolo del cinema di Bellinzona

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CH-6500 Bellinzona

19 SETTEMBRE -

14 NOVEMBRE 2018

ITALIAN GHOST STORY
Sguardi sul nuovo cinema italiano

 
  1. OCCHI CHIUSI / PARLAMI DI LUCY
    Giuseppe Petitto

  2. A CIAMBRA
    Jonas Carpignano

  3. CUORI PURI
    Roberto De Paolis

  4. DOPO LA GUERRA
    Annarita Zambrano

  5. FIGLIA MIA
    Laura Bispuri

  6. L’INTRUSA
    Leonardo Di Costanzo

  7. NICO, 1988
    Susanna Nicchiarelli

  8. SICILIAN GHOST STORY
    Fabio Grassadonia, Antonio Piazza

DOPO LA GUERRA

Italia/Francia/Svizzera 2017
Annarita Zambrano

Sceneggiatura: Delphine Agut, Annarita Zambrano; montaggio: Muriel Breton; musica: Grégoire Hetzel.
Interpreti: Giuseppe Battiston, Barbora Bobulova, Charlotte Cétaire, Fabrizio Ferracane…
Produzione: Mario Mazzarotto, Tom Dercourt, Stéphanie Douet per Movimento Film/Cinémadefacto/ Bord Cadre Films/Sensito Films
v.o. italiano, st. f, 100'

Bologna, 2002. La protesta contro la riforma del lavoro esplode nelle università. L'assassinio di un giusvalorista riapre vecchie ferite politiche tra Italia e Francia. Marco, ex terrorista, condannato per omicidio e rifugiato in Francia da 20 anni grazie alla dottrina Mitterand, che permetteva agli ex terroristi di trovare asilo oltralpe, è sospettato di essere il mandante dell'attentato. Quando il governo italiano ne chiede l'estradizione, Marco decide di scappare con Viola, sua figlia adolescente. La sua vita precipita, portando nel baratro anche quella della sua famiglia italiana, che da un giorno all'altro si ritrova costretta a pagare per le sue colpe passate.


Ormai lo sappiamo bene, basta leggere i giornali: il terrorismo genera paura, angoscia, apprensione. Ma questi sono solo gli effetti immediati, cui poi ne fanno seguito altri. Danni collaterali, li si potrebbe chiamare: stanno ai margini dell'azione terroristica, riguardano non tanto le vittime immediate, quanto quelle che ne pagano le conseguenze in modo differente e differito. Di loro parla Dopo la guerra, delle persone che gravitano attorno al terrorista, catapultate loro malgrado, a causa delle sue scelte estreme, in un mondo di eccezionalità e sacrifici cui farebbero volentieri a meno (…) A loro, donne smarrite e costrette a violentare le proprie vite, il film di Annarita Zambrano dedica attenzioni e sguardi complici, celebrandone l'ordinario eroismo attraverso un repertorio di gesti comuni (telefonare, mangiare, vestirsi, giocare a pallavolo, dare lezioni di pianoforte, andare a una festa) dei quali vengono improvvisamente ed ingiustamente espropriate, in ragione della loro prossimità familiare col terrorista.

(Leonardo Gandini, in www.cineforum.it)