Circolo del cinema di Bellinzona

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CH-6500 Bellinzona

19 SETTEMBRE -

14 NOVEMBRE 2018

ITALIAN GHOST STORY
Sguardi sul nuovo cinema italiano

 
  1. OCCHI CHIUSI / PARLAMI DI LUCY
    Giuseppe Petitto

  2. A CIAMBRA
    Jonas Carpignano

  3. CUORI PURI
    Roberto De Paolis

  4. DOPO LA GUERRA
    Annarita Zambrano

  5. FIGLIA MIA
    Laura Bispuri

  6. L’INTRUSA
    Leonardo Di Costanzo

  7. NICO, 1988
    Susanna Nicchiarelli

  8. SICILIAN GHOST STORY
    Fabio Grassadonia, Antonio Piazza

A CIAMBRA

Italia/Francia/Brasile/Germania/Svezia/Usa 2017
Jonas Carpignano

Sceneggiatura: Jonas Carpignano; fotografia: Tim Curtin; montaggio: Affonso Gonçalves; musica: Dan Romer.
Interpreti: Pio Amato, Koudous Seihon, Iolanda Amato, Damiano Amato…
Produzione: Paolo Carpignano, Rodrigo Teixeira, Marc Schmidheiny, Ryan Zacarias, Gwyn Sannia, Jon Coplon, Christoph Daniel per RAI Cinema/ Sikelia Productions/Stayblack Productions.
v.o. italiano, st. f, 117'

Pio, ragazzino rom, vive con la sua famiglia nei pressi di Gioia Tauro in Calabria. Passa le giornate fumando, bevendo e seguendo le orme criminali del fratello maggiore. Ma quando quest'ultimo finisce in galera, sarà lui a doversi prendere delle responsabilità particolarmente pericolose…


Correva l’anno 2014 quando Jonas Carpignano, nato a New York nel 1984 da madre afroamericana e padre italiano, presentò al Festival di Cannes un cortometraggio dal titolo A Ciambra. Quel progetto, che sulla Croisette vinse il Discovery Award, era incentrato su una notte della vita di Pio, ragazzino di una comunità rumena del Sud Italia. Tre anni dopo, Jonas Carpignano è tornato sulla Croisette a presentare un ampliamento di quel lavoro: nel “nuovo” A Ciambra, lungometraggio capace di reggere l’estensione di durata, si torna a parlare di Pio e della sua famiglia (…) Con il giusto piglio registico e un taglio semidocumentaristico, Carpignano affonda la sua cinepresa nella povertà della comunità rom, rappresentata descrivendo la difficoltà di integrazione che, indubbiamente, non poteva che essere centrale nel cinema di un regista dalle influenze tanto diverse (come aveva dimostrato anche nel suo esordio nel lungometraggio, Mediterranea del 2015). A sorpresa, la narrazione è incisiva e la messinscena solida, seppur un po’ di maniera: la sensazione è quella di trovarsi davanti un prodotto credibile, perlopiù coinvolgente e solo a tratti ridondante, dotato di dialoghi realistici e di una conclusione suggestiva al punto giusto.

(Andrea Chimento, in "Cineforum", 566, luglio 2017)