Circolo del cinema di Bellinzona

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gennaio_febbraio_2013

A PROVA DI MORTE

a cura dei Circoli del cinema ticinesi, in collaborazione con il Festival del film di Locarno

 

Ezechiele, 25.17:

Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dall'iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti; e la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno, su coloro che si proveranno ad ammorbare e infine a distruggere i miei fratelli, e tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te.


Dopo avere pronunciato queste frasi, Jules Winnfield, uno dei personaggi di Pulp Fiction, spara a Bred, un ragazzo imbavagliato e legato a una sedia.

Il riferimento biblico (parafrasato e tratto da una serie televisiva giapponese), attraverso il quale Winnfield si sostituisce al Dio veterotestamentario, è emblematico del modo di lavorare di Tarantino: egli dà una grande importanza alle parole dei suoi personaggi, ai dialoghi, siano essi biblici o estremamente volgari, sempre intrisi di uno humour dissacrante e che spesso prendono spunto dai dettagli più insignificanti della vita quotidiana. I personaggi sono anti-eroi, privi di un codice d'onore, caratterizzati da un’ambiguità morale: non sempre è facile stabilire chi sia il buono e chi il cattivo. Capita così allo spettatore di immedesimarsi empaticamente in un boss mafioso o in una killer vendicativa.


E poi l’esasperazione e l’enfatizzazione della violenza, elemento che spicca in tutti i suoi film e che senza dubbio è elemento fondante dell’idea che il grande pubblico ha di lui. Ma questa violenza, che potrebbe sembrare un espediente per attirare la massa, non è mai brutale, anche se spettacolare, ed è spesso accompagnata da elementi che la smorzano: il sangue, che sgorga a fiotti, è troppo rosso per essere vero, gli arti mozzati sono evidentemente finti e le scene più crude sono intrise di ironia, che distoglie l’attenzione dello spettatore dall’episodio cruento.


I film di Tarantino, per essere apprezzati al meglio, vanno visti alla luce di due premesse: l’esasperazione della violenza come elemento ironico e iperbolico e i continui clin d’oeil che Tarantino, grande cinefilo, lancia ai film d'exploitation, al cinema d'azione di Hong Kong, agli spaghetti-western, ai polizieschi e alla nouvelle vague francese, a cui rende omaggio ma di cui contemporaneamente fa una parodia. Tutti questi elementi vanno a costituire una trama che Tarantino disintegra: il regista fa emergere prima le conseguenze e poi le azioni che le hanno prodotte, proponendosi di creare un film in cui troviamo "answers first, questions later".

Ma Tarantino non è solo un regista, è anche produttore (ricordiamo tra i molti film, Four Rooms e Dal tramonto all'alba di Robert Rodríguez, 1995; Hostel di Eli Roth, 2005; Machete, di Robert Rodríguez e Ethan Maniquis, 2010), sceneggiatore (ad esempio: Una vita al massimo di Tony Scott, 1993; Assassini nati di Oliver Stone, 1994; Dal tramonto all'alba di Robert Rodriguez, in cui è anche attore) e attore (nei suoi film e in quelli di Rodriguez, ma non solo). Il suo primo film come regista, Le iene (1992), che diventerà subito un cult movie, è prodotto grazie ai soldi ricavati dalla vendita di alcune sue sceneggiature. Il vero successo per Tarantino arriva nel 1994 con il film Pulp Fiction, grazie al quale il regista vince la Palma d'oro al Festival di Cannes e conquista sette nomination agli Oscar, ottenendo la statuetta per la miglior sceneggiatura insieme a Roger Avary. Nel 1997 dirige il suo terzo film, Jackie Brown. Dopo una pausa cinematografica, inframmezzata solo da sporadiche apparizioni, nel 2003 e 2004 escono nelle sale il primo e il secondo capitolo di Kill Bill. Tarantino sarà poi il regista di Grindhouse (2007), sempre accanto a Rodriguez. Dopo averne presieduto la giuria nel 2004, torna a Cannes nel 2009 per la presentazione del suo penultimo film, Bastardi senza gloria. Nel settembre 2010 è presidente della giuria della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il 25 dicembre 2012 è uscito nelle sale degli Stati Uniti il suo ultimo film, Django Unchained, che arriverà in Europa nel gennaio 2013.


La retrospettiva propone tutti i lungometraggi da lui diretti, da Le iene a Bastardi senza gloria.


Manuela Moretti, Circolo del cinema Bellinzona


A PROVA DI MORTE

Il cinema di Quentin Tarantino