Circolo del cinema di Bellinzona

casella postale 1202

CH6500 Bellinzona

BELLINZONA >> LOCARNO >> MENDRISIO >> LUGANO

gennaio_febbraio_2013

A PROVA DI MORTE

a cura dei Circoli del cinema ticinesi, in collaborazione con il Festival del film di Locarno

 

INGLOURIOUS BASTERDS

BASTARDI SENZA GLORIA


  1. Sceneggiatura: Quentin Tarantino; fotografia: Robert Richardson; montaggio: Sally Menke; musica: AA. VV.; scenografia: David Wasco; interpreti: Brad Pitt, Christoph Waltz, Mélanie Laurent, Michael Fassbender, Eli Roth, Diane Kruger, Daniel Brühl, Til Schweiger, Gedeon Burkhard, Omar Doom, August Diehl, B.J. Novak, Samm Levine, Paul Rust, Jacky Ido, Mike Myers, Michael Bacall, Rod Taylor, Sylvester Groth, Julie Dreyfus, Martin Wuttke; produzione: Lawrence Bender per The Weinstein Company, Usa/Germania 2009.

  2. Dvd, colore, v.o. st. it, 150’


Guidati da Aldo "l'apache" Raine (Pitt), un gruppo di soldati ebrei americani viene paracadutato in Europa per uccidere quanti più nazisti sia possibile: con l'aiuto dell'attrice tedesca doppiogiochista Bridget von Hammersmark (Kruger) tenteranno di eliminare Hitler (Wuttke) e il suo stato maggiore nel cinema parigino di una ragazza ebrea (Laurent) sfuggita al massacro della famiglia, anche lei decisa a vendicarsi dei tedeschi durante la serata di gala in onore dell'eroe di guerra Fredrick Zoller (Brühl) e del film che interpreta. Ma tutti devono fare i conti con l'infido e astutissimo colonnello Landa (Waltz).

Mettendo a frutto la propria passione per il cinema, questa volta non solo di serie B, Tarantino costruisce un film fatto di citazioni (visive ma anche musicali), dove il senso del racconto non nasce da una qualche idea di verosimiglianza ma piuttosto dalla capacità del cinema di attribuire un senso compiuto anche alle fantasie più scatenate (e infatti si permette di ribaltare ogni verità storica). Per questo le polemiche sulla scorrettezza della ricostruzione e soprattutto sul "desiderio di vendetta" dei protagonisti ebrei sono totalmente fuori luogo. L'unica logica che riconosce Tarantino è quella della coerenza cinematografica, dove il pastiche tra i generi (si comincia come un western, si finisce come un horror) e le citazioni (da Hawks a Ford, da Pabst alla Riefenstahl) guidano la sceneggiatura e la regia, mentre il divertimento diventa l'unico metro di giudizio. E per chi non ha paura delle scene forti e della mancanza di logica, il divertimento è molto. Il titolo è un omaggio (con due storpiature lessicali che il regista non ha voluto spiegare) al film di Enzo G. Castellari (cioè Enzo Girolami) Quel maledetto treno blindato, il cui il titolo inglese era Inglorious Bastards. Otto nomination agli Oscar ma solo Waltz l'ha vinto come miglior attore non protagonista.


Inglourious Basterds era per me una montagna. Ora che l’ho scalata, che ci ho piantato la mia bandiera, contemplo le altre montagne attorno. Avevo bisogno di liberarmi di questo progetto, di scriverlo, anche se all’epoca non sapevo se avrei potuto farne un film. Non riuscivo più ad avanzare senza riprenderlo e terminarlo. Più di dieci anni fa, quando ho cominciato, la storia era molto diversa. Ci ho lavorato due anni, ma il racconto assumeva dimensioni enormi. Era un feuilleton. Ho dovuto accantonarlo e girare i due Kill Bill. È solo a quel momento che mi sono reso conto che volevo farne un film. Ho quindi scritto un’altra storia con gli stessi personaggi, gli stessi temi e ho immaginato una missione nello stile dei Cannoni di Navarone [J.Lee Thompson, 1961]: il sabotaggio di un avamposto nazista in un cinema della Parigi occupata. Il film nel quale un gruppo di uomini parte per una missione tipo Quella sporca dozzina è ben inteso solo uno dei generi che affronto. Il mio lavoro sui generi è costante. In Kill Bill, ogni capitolo corrisponde all’entrata della protagonista in un nuovo genere. Questo aspetto è meno pronunciato in Inglourious Basterds, ma mi piace sempre concepire una sceneggiatura come un romanzo, con dei capitoli che abbiano un’atmosfera diversa, che siano distinti. Qui i generi sono latenti, ma i due primi capitoli hanno una tonalità western, addirittura da spaghetti-western, mentre il terzo rimanderebbe a un film francese. A partire dal quarto, poi, è il film “di missione”. L’inizio del quarto potrebbe essere l’ouverture a un film di questo genere.

(Quentin Tarantino, “Cahiers du cinéma”, 646, juin 2009)

Sinossi e giudizi critici sui film tratti da Il Mereghetti. Dizionario dei film 2011, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2010.