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gennaio – febbraio 2026 |
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Banshun, Late Spring 1949 Sceneggiatura: Yasujiro Ozu e Kogo Noda, da un racconto di Kazuo Hirotsu; fotografia: Yuharu Atsuta; musica: Senji Ito. Interpreti: Chishu Ryu, Setsuko Hara, Yumeji Tsukioka, Haruko Sugimura… Bianco e nero, v.o. st. d/f, 108’ Per convincere l’affezionatissima figlia Noriko (Hara) a sposarsi, l’anziano padre vedovo Shukichi (Ryu) finge di interessarsi a una signora. Noriko dapprima ne è sconvolta, ma la benevola trappola funziona. Il primo capolavoro di Ozu dopo la guerra è una riflessione sulla necessità di armonizzare vecchio e nuovo, felicità individuale e sacrificio per l’altro: tutto questo espresso in una forma pudica e al limite dell’astrazione, ma carica di un’intensità emotiva che colpisce anche gli spettatori ignari della cultura giapponese. Celebre la sequenza enigmatica in cui un bellissimo vaso è alternato al volto di Noriko, prima sorridente e poi piangente: il vaso «relativizza la drammaticità di un sentimento umano e, nel contempo, induce a cogliere il carattere universale di quel sentimento di dolore» (D. Tomasi). Ozu stabilizza la sua collaborazione con lo sceneggiatore Kogo Noda e l’attore Chishu Ryu, presenze fisse di tutti i film successivi. A smentire ogni leggenda di uniformità stilistica, Ozu torna a usare i carrelli come nei film d’anteguerra, e adotta un montaggio spesso altamente drammatico. Modello per due suoi film successivi: Tardo autunno e Il gusto del saké. (Il Mereghetti) Definito come «uno degli studi di personaggi più perfetti, completi e riusciti che il cinema giapponese ha mai prodotto», questo film era anche uno dei preferiti di Ozu, con C’era una volta un padre e Viaggio a Tokyo (…). Le diverse componenti dello stile di Ozu – il dramma domestico, l’interesse centrato sul personaggio, l’’idea di un genitore come personaggio principale – si fondono qui e formano un film perfettamente equilibrato che, visto globalmente, trascende ognuno degli elementi che lo compongono. Le ragioni di questa perfezione provengono dalla profondità dei sentimenti che Ozu riesce a esprimere e dalla sicurezza del suo stile. (Donald Ritchie) (Scheda sul film tratta da Il Mereghetti. Dizionario dei film 2021, Milano, Baldini+Castoldi, 2020; e da Donald Ritchie, Ozu, Genève, Lettre du blanc, 1980.) |
SONO NATO, MA… Umarete wa Mita Keredo I was born, but… C’ERA UNA VOLTA UN PADRE Chichi Ariki There Was a Father NOTE DI UN INQUILINO GALANTUOMO Nagaya shinshi Roku The Record of a Tenement Gentleman TARDA PRIMAVERA Banshun Late Spring INIZIO D’ESTATE Bakushu Early Summer IL SAPORE DEL RISO AL TÈ VERDE Ochazuke no Aji The Flavor of Green Tea aver Rice VIAGGIO A TOKYO Tokyo Monogatari Tokyo Story INIZIO DI PRIMAVERA Soshun Early Spring TARDO AUTUNNO Akibiyori Late Autumn Locandina PDF |
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