Circolo del cinema di Bellinzona

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CH-6500 Bellinzona

25 MARZO 2014 -

9 APRILE 2014

UN PO' DI CINEMA SVIZZERO

 

Otto lungometraggi in prima visione ticinese e una manciata di corti costituiscono quest’anno il programma dell’ormai consolidata rassegna “Un po’ di cinema svizzero”, occasione preziosa per vedere anche in Ticino film di cui si è parlato a lungo durante le Giornate di Soletta e che sono attualmente nelle sale d’oltralpe.
Dei dodici film proposti al pubblico ticinese, ben nove hanno raccolto una o più nomination per i Quartz, i premi del cinema svizzero che saranno assegnati a Zurigo il 23 marzo, due giorni prima dell’inizio della nostra manifestazione. Per la fiction siamo particolarmente lieti di aver potuto inserire nel programma il bel film di Petra Volpe Traumland (quattro nomination), l’opera prima di Germinal Roaux Left foot right foot (tre nomination) e il cortometraggio del giovane ticinese Filippo Demarchi 17 anni (nominato per il miglior corto).
Ma come sempre lo spazio maggiore è dedicato al documentario, di cui siamo convinti di presentare veramente il meglio dell’annata 2013, con tre nominati su cinque. E se ne abbiamo esclusi due è solo perché sono già stati visti in Ticino (L’expérience Blocher di Jean-Stéphane Bron in Piazza grande a Locarno e Der Imker di Mano Khalil nell’edizione 2013 di “Un po’ di cinema svizzero”, poi ancora a Locarno e recentemente al Circolo del cinema di Bellinzona). Sono invece inediti al sud delle Alpi il graffiante ritratto di famiglia che ci ha dato Peter Liechti in Vaters Garten – Die Liebe meiner Eltern, e due film sul tema dell’immigrazione che andrebbero visti da tutti coloro che hanno votato pensando solo ai frontalieri per l’iniziativa dell’UDC (L’escale di Kaveh Bakhtiari, che presentiamo in collaborazione con Amnesty International, e Neuland di Anna Thommen). E inediti sono anche gli altri due, esclusi dalle nomination ma non per questo meno affascinanti: Viramundo di Pierre-Yves Borgeaud, un viaggio musicale con Gilberto Gil, e la sofferta ma anche divertente esperienza autobiografica che ha voluto raccontarci la giovane turca Ufuk Emiroglu in Mon père, la révolution et moi.
Non si è dimenticata la Svizzera italiana, che con i suoi giovani cineasti è ormai in grado di competere sul piano nazionale. Quando sugli schermi ticinesi sarà giù uscita la commedia di Mohammed Soudani Oroverde, “Un po’ di cinema svizzero” offrirà la possibilità di incontrare alcuni nostri registi che si stanno distinguendo con i loro lavori: oltre a Filippo Demarchi, ci saranno Michele Pennetta (di Varese ma formatosi in Ticino, anche lui nominato per il miglior corto con ‘A iucata), Marcel Barelli (ticinese trapiantato a Ginevra, nomination per il miglior film d’animazione con Vigia) e Antonio Prata (il gestore del Cinestar di origini abruzzesi che ha realizzato Terradentro). Nonostante la scarsissima diffusione del cinema svizzero sugli schermi ticinesi, il pubblico ha da qualche anno dimostrato di interessarsene e di apprezzarlo, accorrendo numeroso sia alle nostre proposte sia a quelle della sezione del Festival di Locarno “Appellations Suisse”. Speriamo vivamente che sarà il caso anche per questa diciassettesima edizione di “Un po’ di cinema svizzero”.



Michele Dell’Ambrogio

Circolo del cinema Bellinzona



In collaborazione con:

  1. Festival del film Locarno