Circolo del cinema di Bellinzona

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CH6500 Bellinzona

Robert Guédiguian

MAGGIO_GIUGNO 2013

BELLINZONA_LOCARNO_MENDRISIO

 

LES NEIGES DU KILIMANDJARO
2011


  1. Sceneggiatura: Jean-Louis Milesi, Robert Guédiguian, ispirato al poema Les pauvres gens di Victor Hugo; fotografia: Pierre Milon; montaggio: Barnard Sasia; scenografia: Michel Vandestien; interpreti: Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Maryline Canto, Grégoire Leprince-Ringuet, Anaïs Demoustier, Adrien Jolivet, Robinson Stévenin, Karole Rocher, Julie-Marie Parmentier, Pierre Niney, Yann Loubatière, Jean-Baptiste Fonck, Émilie Piponnier, Raphaël Hidrot, Anthony Decadi, Frédérique Bonnal, Miguel Ferreira; produzione: Malek Hamzaoui per Agat Films/Ex Nihilo/France3 Cinéma/Les Films de la Belle de Mai, Francia 2011.

  2. 35mm, colore, v.o. francese, st. ted., 107’


Michel non ha più un lavoro ma ha ancora una moglie a cui lo legano trent'anni d'amore, due figli e tre piccoli nipoti. La sua vita serena, trascorsa all'insegna dell'amicizia e della solidarietà, è bruscamente interrotta da una rapina, in cui resta coinvolto e sconvolto insieme alla compagna, alla sorella e al cognato. Deciso ad ottenere giustizia e a recuperare il maltolto e due biglietti per l'Africa, regalo di anniversario dei figli, Michel scoprirà accidentalmente che uno dei rapinatori è un giovane operaio licenziato insieme a lui. Amareggiato ma persuaso all'azione, lo denuncia alla polizia che lo arresta davanti agli occhi dei due fratelli più piccoli. Poi decide di ritirare la denuncia, ma la macchina della giustizia si è messa in moto e non può più essere arrestata.


Con Les neiges du Kilimandjaro Guédiguian fa infine ritorno alle proprie origini, a temi a lui particolarmente cari e ricorrenti, e al quartiere marsigliese dell’Estaque in cui egli è nato e cresciuto, e dove ha ambientato la maggior parte delle sue pellicole (…) Guédiguian recupera appieno qui la scrittura dal respiro largo, vibrante e caloroso delle sue pellicole migliori, una scrittura capace di conferire a personaggi, ambienti, accadimenti un sentimento di forte naturalezza, di autenticità, muovendosi con equilibrio virtuoso tra le differenti coloriture del racconto (il film parte come una commedia lieve e gioiosa à la Pagnol, vira inopinatamente verso le crudezze del noir, per dispiegare infine accenti gravi, di malinconia sottile e crepuscolare).

(Nicola Rossello, in “Cineforum”, 510, dicembre 2011