Circolo del cinema di Bellinzona

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Robert Guédiguian

MAGGIO_GIUGNO 2013

BELLINZONA_LOCARNO_MENDRISIO

 

MARIE-JO ET SES DEUX AMOURS
2002


  1. Sceneggiatura: Jean-Louis Milesi, Robert Guédiguian; fotografia: Renato Berta; montaggio: Bernard Sasia; scenografia: Michel Vandestien; interpreti: Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Julie-Marie Parmentier, Jacques Boudet, Yann Tregouët, Frédérique Bonnal, Souhade Temimi, Maïa Sevleyan, Frédéric Garbe, Daniel Stefan, Jacques Germain, Axel Koehler; produzione: Robert Guédiguian per Agat Films/France3, Francia 2002

  2. 35mm, colore, v.o. francese, st. ted., 124’


Un giorno, durante un picnic, Marie-Jo mette la lama del coltello sul suo polso. Vorrebbe morire perché non riesce a scegliere tra suo marito Daniel e il suo amante Marco, che ama con la stessa intensità. Ma la vita di ogni giorno continua, le stagioni si susseguono; Daniel continua a costruire case e Marco seguita ad andare per mare. Anche un gesto così estremo come tagliarsi le vene non risolverebbe il problema perché come il sole sorge e tramonta ogni giorno, così Marie-Jo ogni giorno si sente divisa tra i suoi due amori.


La Marie-Jo di Guédiguian non è un personaggio che, magari per interesse o egoismo personale, non si decide a scegliere, bensì un personaggio che non riesce a scegliere, che non può scegliere perché troppo forte è la spinta che proviene dal suo cuore, devastato dal sentimento e dal senso di colpa (…) Nel film spicca l’insistenza dello sguardo del regista sui corpi senza veli, abbondantemente maturi, dei suoi attori feticcio (Ascaride, Meylan, Darroussin), il coraggio con cui Guédiguian affronta il desiderio sessuale come ingrediente irrinunciabile della vita, sottraendolo balla sfera dei codici sociali e del peccato e trasformandolo in qualcosa di naturale. È proprio rappresentandolo come forza irresistibile e inarrestabile che Guédiguian, paradossalmente, rende il sesso meno minaccioso e decisamente più normale. Naturale come la luce del sole che illumina il corpo dei due amanti che si inseguono tuffandosi in acqua all’inizio del film…

(Umberto Mosca, in “Cineforum”, 421, gennaio 2003)