David Lynch

Circolo del cinema di Bellinzona

casella postale 1202

CH6500 Bellinzona

BELLINZONA _ LUGANO _ LOCARNO

settembre 2011 _ MAGGIO 2012

 

MULHOLLAND DRIVE

F/Usa 2001


Sceneggiatura: David Lynch, Joyce Eliason; fotografia: Peter Deming; montaggio: Mary Sweeney; scenografia: Jack Fisk; suono: David Lynch; musica: Angelo Badalamenti; interpreti: Laura Elena Herring, Naomi Watts, Justin Theroux, Scott Coffey, Billy Ray Cyrus, Chad Everett, Ann Miller, Dan Hedaya, Mark Pellegrino, Brent Briscoe, Robert Forster, Lee Grant, Chad Everett, Monte Montgomery…; produzione: Neal Edelstein, Joyce Eliason, David Lynch, Michael Polaire per Les Films Alain Sarde/Stdio Canal/Asymmetrical.

35mm, colore, v.o. inglese st. f/t, 146’


Scampata a un omicidio, una donna senza memoria (Herring) si rifugia nella casa dell’ingenua Betty (Watts), aspirante attrice appena arrivata a Los Angeles, facendosi chiamare Rita. Aiutandola a indagare nel suo passato, Betty si innamora di lei e scopre un segreto orribile. Ma in seguito all’apertura di una misteriosa scatola blu, i ruoli si capovolgono: e Betty, diventata Diane, è un’attrice frustrata dal successo della sua amante Camilla, la quale altri non è che Rita.


Lynch (anche sceneggiatore) architetta un puzzle noir che va ben oltre Strade perdute: lasciando incerto il legame tra le due parti (anche se l’interpretazione corrente è di considerare i primi due terzi come un sogno “ottimista” di Diane morente), crea un insolubile enigma di flashback, mondi paralleli, identità che si sovrappongono. Un labirinto di grande suggestione, poiché mette in scena paure primarie giocando con i meccanismi del desiderio e della memoria. Ma, al tempo stesso, Lynch parla anche della fabbrica dei sogni, costruendo un intreccio laterale con un regista frustrato (Theroux) vittima di produttori mafiosi e raccontando ancora una volta la perdita dell’innocenza. Un bel risultato per un film nato come un pilot di una serie tv rifiutata dalla Abc, e completato con l’intervento dei francesi di Studio Canal. Quasi una summa del cinema di Lynch, ma anche un passo in avanti: ben equilibrato tra incubo e farsa, sconcertante eppure sempre coinvolgente pure quando sfiora la fumisteria. Notevole apporto della fotografia di Peter Deming e della misica di Angelo Badalamenti, che interpreta il produttore che sputa il caffè. Mulholland Drive è una strada di Los Angeles. (Mereghetti)