Circolo del cinema di Bellinzona

casella postale 1202

CH-6500 Bellinzona

7 SETTEMBRE -

9 OTTOBRE 2018

CINEBABEL

BRASIL

 
  1. BARRAVENTO

  2. DEUS E O DIABO NA TERRA DO SOL
    IL DIO NERO E IL DIAVOLO BIONDO

  3. TERRA EM TRANSE
    TERRA IN TRANCE

  4. O DRAGÃO DA MALDADE CONTRA O SANTO GUERREIRO
    ANTONIO DAS MORTES

  5. SÃO BERNARDO

  6. BIRDWATCHERS – LA TERRA DEGLI UOMINI ROSSI

  7. BOI NEON
    NEON BULL

  8. AQUARIUS

  9. MÃE SÓ HA UMA
    DON’T CALL ME SON

  10. ARÁBIA
    ARABY

  11. COMO NOSSOS PAIS
    JUST LIKE OUR PARENTS

  12. FAVELA OLIMPICA

  13. FERRUGEM
    RUST

AQUARIUS

Brasile/Francia 2016
Kleber Mendonça Filho

Con Sonia Braga, Jeff Rosick, Irandhir Santos, Maeve Jinkings, Julia Bernat, Carla Ribas…
Colore, v.o. portoghese, st. f/t, 140'

Clara (Braga) è una critica musicale in pensione e vive in un piccolo palazzo degli anni Quaranta chiamato "Aquarius", che si affaccia sullo splendido lungomare di Recife. Una compagnia immobiliare ha già acquistato tutti gli appartamenti dell'edificio per farne un grattacielo di lusso, ma Clara è decisa a non cedere la casa a cui è legata dai ricordi di una vita. Dopo i primi approcci amichevoli, gli speculatori ingaggiano una vera e propria guerra fredda con la donna, in un crescendo di violenza psicologica: abituata da sempre a combattere, Clara non ha però intenzione di arrendersi.


È il capitalismo selvaggio a cui si oppone Mendonça Filho (…) però forse, nel film, non è questo che ha importanza; forse ha più importanza la figura di Clara per quello che rappresenta, un senso pieno di identità che ci si costruisce, come uomini o come donne (ma forse come donne è più difficile e per questo la protagonista del film è tale), nella fedeltà a se stessi e nella coerenza con quello che si è progressivamente diventati, attraverso le esperienze che si sono fatte e attraverso l'apertura a quello che la vita ci ha portato. E conta anche come il film è strutturato in relazione a questo, anzi non strutturato, nonostante la divisione in tre parti (…) e il bel prologo ambientato nel 1980, preceduto dalle immagini della città negli anni Quaranta (…) È in gioco insomma il tempo, che è qui un tempo aperto, disteso, che sa cogliere quello che arriva e che non si impone sui personaggi, ma che è invece, come dovrebbe essere, vissuto.

(Paola Brunetta, in "Cineforum", 561, gennaio-febbraio 2017)