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WHILE THE CITY SLEEPS
Per conquistare la fiducia dei suoi quattro principali collaboratori, l'erede di un diffusissimo quotidiano (Price) mette in palio tra loro il posto di direttore generale, destinato a chi scopriràl'identità dell' “assassino del rossetto” che in quei giorni domina le fantasie dell'opinione pubblica. Il film abbandona ben presto la “ricerca dell'assassino” per concentrarsi sui disturbi non meno aberranti dei suoi “investigatori”, giornalisti divorati dall'ambizione, assetati di potere, pronti a tutto pur di emergere. Un poliziesco al grado zero, dove la morale è stata sostituita dal cinismo, il cattivo tradizionale fa da specchio ai presunti buoni che gli danno la caccia e il primo è più degno di comprensione dei secondi. Con un grande senso dello spazio e del ritmo, Lang ricostruisce perfettamente l'atmosfera frenetica e claustrofobica della redazione, mettendo a punto un universo fatale che distilla il meglio della grande lezione espressionista e delle esperienze noir: “uno spaccato d'attualità rielaborato come se fosse un girone infernale” (Lourcelles), reale e astratto nello stesso tempo, un microcosmo estendibile all'intera società americana, dominata dal crimine e dalla competizione. Penultimo film americano di Lang, è uno dei suoi migliori in assoluto, nonostante certa critica dell'epoca l'abbia scambiato per un semplice giallo. Credo che sia M che Furia siano dei film onesti (…) Quando la città dorme, secondo me, è un film onesto. Penso di potermi ancora riconoscere in tutto quello che compare in questi film, le idee e il resto. (Fritz Lang, 2) |
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