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Circolo del Cinema Bellinzona

MUSICA E CINEMA

MOSTRI SACRI DEL ROCK
e dintorni

19 febbraio - 26 marzo 2024


GIMME DANGER - immagine del film

GIMME DANGER
USA 2016

Regia, soggetto e sceneggiatura: Jim Jarmusch;
fotografia: Tom Krueger; musica: Iggy Pop;
produttori: Carter Logan, Fernando Sulichin, Rob Wilson.

Interpreti: Iggy Pop, Stooges.

v.o. inglese; st. francese,tedesco; colore; 108’ – documentario musicale

Il film di Jim Jarmusch, per assonanza di titolo e affinità tematica e di genere, si trova a fare necessariamente i conti con il più grande documentario musicale (e non solo) di tutti i tempi. Gimme Shelter, 1970, l’opera dei fratelli Maysles (Albert e David) che racconta il più incredibile concerto di tutti i tempi: nel ’69, ad Altamont, gli Stones diedero un concerto gratuito al quale si presentarono più di trecentomila persone e che culminò, come scrisse la stampa, “con quattro morti e quattro nascite”. Gimme Danger è un’altra cosa. È un incontro fra un regista “rock” come Jim Jarmusch e la band più scandalosamente selvaggia della storia, Iggy Pop and the Stooges. Il risultato è un documentario classico. Perché, oltre a qualche bellissima sequenza animata, frutto del genio di Jarmusch, il resto della pellicola scorre come un documentario normale. Iggy seduto che racconta degli Stooges, i membri ancora vivi della band che seduti parlano con il regista e un po’ di immagini e filmati di repertorio che scorrono sullo schermo. Iggy racconta la follia che ha animato la nascita e la breve vita della sua band, evidenziando certi particolari come il fatto che a volte avevano solo la musica e non le parole oppure solo quattro canzoni per l’uscita del primo album. Oltre alla storia principale della band, vengono accennati diversi episodi interessanti: l’incontro con Nico, l’amicizia e la collaborazione con David Bowie e Brian Eno, il comportamento folle sul palco di Iggy. Peccato che Jarmusch non insista di più su questo aspetto. In concomitanza alla scomparsa di David Bowie e di Lou Reed, sarebbe stato doveroso includerli nel documentario. Anche perché, gli anni migliori di Iggy, quelli che gli hanno davvero salvato la vita, sono stati quelli della grande amicizia con il Duca bianco, Lou Reed e Brain Eno; gli ultimi anni ’70, nei quali ha prodotto i leggendari “The idiot” e “Lust for life”. La voce di Iggy è, sorprendentemente, calma. «Iggy è calmo». Sembra una favola, ma è così. Non commenta il suo passato o non racconta molti degli episodi che lo hanno fatto entrare nella leggenda, come quando si ferì col coltello sul palco, sanguinando copiosamente per tutto il concerto. Nota positiva: La musica non manca.

(elaborato a partire dal testo di anonimacinefili.it)



GIMME DANGER


HALLELUJAH: LEONARD COHEN, A JOURNEY, A SONG


JANIS LITTLE GIRL BLUE


PINO DANIELE - IL TEMPO RESTERÀ


RYUICHI SAKAMOTO: CODA


YEAR OF THE HORSE


ZAPPA



Locandina PDF


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Ultimo aggiornamento: 6 febbraio 2024

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