Circolo del cinema di Bellinzona

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CH6500 Bellinzona

PAESAGGI CONTEMPORANEI

in collaborazione con GEA-associazione dei geografi, in occasione del Festival
Paesaggio senza identità? Per una geografia del progetto locale,

Monte Verità Ascona, 20-21 ottobre 2012

12  OTTOBRE -

6 NOVEMBRE 2012

 

LE QUATTRO VOLTE

Michelangelo Frammartino


  1. Sceneggiatura: Michelangelo Frammartino; fotografia: Andrea Locatelli; montaggio: Benni Atria, Maurizio Grillo; scenografia: Matthew Broussard; con: Giuseppe Fuda, Bruno Timpano, Nazareno Timpano; produzione: Gregorio Paonessa, Marta Donzelli, Susanne Marian, Philippe Bober, Gabriella Manfré, Andres Pfaeffli, Elda Guidinetti per Vivo Film/Essential Filmproduktion/Invisible Film/Ventura Film, Italia/Svizzera/Germania 2010.

  2. 35mm, colore, v.o. it st. f/t, 88’


Calabria. Un anziano pastore si spegne lentamente mentre le sue capre, fuggite dal recinto ai margini del paese, gli invadono la casa. Un capretto appena nato si perde nel bosco e si adagia ai piedi di un grande abete. Lo stesso abete, passato l’inverno, viene abbattuto, trascinato e issato al centro del piccolo borgo per la festa patronale. Al termine dei festeggiamenti la legna dell’albero, consegnata ai carbonai, viene lentamente trasformata nel carbone che, prima che l’inverno scenda di nuovo, sarà venduto agli abitanti del villaggio.


Le quattro volte è retto dalla forza di gravità e dall’entropia. Si scende, si passa da un mondo all’altro, quei mondi che si imparavano a scuola, umano animale vegetale minerale. Solo che il passaggio non è segnato da una qualche perdita, come verrebbe comodo pensare a noi uomini che ci siamo messi sullo scalino più alto. Il passaggio avviene senza perdita di bellezza, di valore, di presenza. Frammartino dispone i quattro regni su un tavolato, allo stesso livello. La storia del pastore trapassa in quella di un suo capretto, poi nell’altra di un altissimo albero e, punto di arrivo, in quella del carbone che, bruciato nella stufa, finisce in fumo. La differenza tra il punto d’inizio, l’uomo pastore, e il punto di arrivo, il fumo dal camino, non comporta dislivelli né cadute. Il percorso è tranquillamente pianeggiante, senza scossoni né sbalzi, né salti di qualità. Tra uomo e fumo il procedere è fluido e costante.