Circolo del cinema di Bellinzona

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CH6500 Bellinzona

PAESAGGI CONTEMPORANEI

in collaborazione con GEA-associazione dei geografi, in occasione del Festival
Paesaggio senza identità? Per una geografia del progetto locale,

Monte Verità Ascona, 20-21 ottobre 2012

12  OTTOBRE -

6 NOVEMBRE 2012

 

L’ENFANT D’EN HAUT (SISTER)

Ursula Meier


  1. Sceneggiatura: Antoine Jaccoud, Ursula Meier, Gilles Taurand; fotografia: Agnès Godard; montaggio: Nelly Quettier; musica: John Parish; scenografia: Ivan Niclass; interpreti: Kacey Mottet Klein, Léa Seydoux, Martin Compston, Gillian Anderson, Jean-François Stévenin; produzione: Ruth Waldburger, Denis Freyd per Vega Film/Archipel 35/RTS Radio Télévision Suisse, Svizzera/Francia 2012

  2. DCP (Bellinzona)/35mm (Locarno), colore, v.o. st. t/f, 97’

  3. Premio speciale della giuria, Berlino 2012


Il dodicenne Simon prende la funivia che collega la zona industriale in cui vive con la sorella Louise alla lussuosa stazione sciistica che la sovrasta. Arrivato in cima ruba sci e attrezzature ai ricchi turisti per poi rivenderli ai bambini del suo palazzo. Simon può così contare su piccoli ma regolari guadagni con cui aiuta Louise, al momento disoccupata. La ragazza diventa sempre più dipendente dal fratello.


Ursula Meier ha costruito le proprie storie intorno all’idea della “frontiera”, della linea di passaggio. Una vera e propria barriera di confine, concretissima e ben visibile (nel primo film era un’autostrada, qui una funivia), capace però di colorarsi di valenze metaforiche e in qualche modo fantastiche (…) La “frontiera” di Sister è quella segnata dal percorso di una funivia che mette in contatto un fondovalle brullo e polveroso, come solo certi agglomerati popolari sembrano capaci di essere, con i campi di sci innevati e baciati dal sole. Giù, in basso, si vedono solo ragazzini poco raccomandabili e sicuramente poco abbienti; in alto, invece, si respira il benessere e l’opulenza (…) E alla fine la frontiera che fino a quel momento sembrava definire solo uno spostamento geografico (dal fondovalle ai campi da sci) e sociale (dalla miseria e dalla povertà alla relativa ricchezza offerta dalla refurtiva) diventa la linea di demarcazione tra due mondi lontanissimi tra di loro, dove i sogni e la fantasie si ribaltano.

(Paolo Mereghetti, “Il corriere della sera”, da www.trovacinema.repubblica.it)