SEGRETI E BUGIE: il cinema di Mike Leigh

Circolo del cinema di Bellinzona

casella postale 1202

CH6500 Bellinzona

in collaborazione con il Festival di Locarno
e la Cinémathèque suisse   >>gennaio-APRILE 2012<<

 

Per un’attrice o un attore, lavorare con Mike Leigh è un’esperienza durissima, anche se sicuramente indimenticabile. Ha detto  Imelda Staunton, a proposito del suo lavoro in Vera Drake, poi ricompensato a Venezia con la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile: “Traumatizzante, spaventoso ed esilarante. Avrei preferito gettarmi da un aeroplano in volo senza paracadute”. Le hanno fatto eco Katrin Cartlidge, interprete di Naked e Career Girls, prima della sua morte prematura nel settembre del 2002: “Devi adeguarti, altrimenti ti farà uscire di testa”; e Sally Hawkins, la maestrina di Happy-Go-Lucky, secondo cui lavorare in quel film “è stato… in qualche momento molto positivo e per il resto del tempo un inferno; incredibilmente stimolante, ma ti esaurisce”. La peculiarità del regista inglese è infatti quella di non mai partire da una sceneggiatura predefinita, ma di costruire i testi con gli attori attraverso una lunghissima fase prima delle riprese che consiste dapprima in interminabili  prove con ogni singolo interprete e poi, dopo che il personaggio è stato sviluppato, in estenuanti improvvisazioni di gruppo, durante le quali non permette a nessuno, e nemmeno a se stesso, di nascondere alcunché di quanto dovrà confluire nel risultato finale.

Per fortuna Leigh lavora esclusivamente con attori di consolidata esperienza teatrale e disposti a dare tutto quel che viene loro richiesto. Ma ciò che sorprende, quando si vede il film realizzato, è l’assoluta apparente naturalezza con la quale gli attori si muovono sul set e interpretano la loro parte. I migliori film di Mike Leigh hanno infatti il grande pregio di immergere lo spettatore nell’evidenza della realtà, al punto che la rappresentazione cinematografica appare più reale del vero. Le situazioni che vengono mostrate e le domande che lo spettatore finisce per porsi sono fra le più semplici, quelle che ognuno di noi si pone nella propria vita, e riguardano la percezione che abbiamo di noi stessi e degli altri e quella che gli altri hanno di noi, percezioni condizionate da un enorme bagaglio di “segreti” e “bugie”, per alludere a uno dei suoi film più famosi che abbiamo voluto riprendere come titolo della nostra retrospettiva.  Ma la messa in scena della “semplicità” è di fatto un’arte difficilissima, che pochi sanno padroneggiare al pari del regista inglese, che sa evitare con lucida coerenza i trabocchetti della spettacolarizzazione a buon mercato in cui prima o poi finisce per cadere la maggioranza dei suoi colleghi.

Nato nel 1943 da una famiglia ebrea della media borghesia, attivo dapprima sulla scena del teatro sperimentale d’avanguardia (si dichiara un grande ammiratore di Beckett e di Pinter), dopo Bleak Moments (il primo film, tratto da una sua opera teatrale, che ottenne il Pardo d’oro a Locarno nel 1972), Mike Leigh lavora poi per una quindicina d’anni per la Bbc, realizzando una serie di lungometraggi per la televisione di altissima qualità, prima di consacrarsi, a partire da High Hopes (1988), esclusivamente al cinema per il grande schermo. Personaggio notoriamente “difficile”, spesso cinico e intrattabile per chi intende avvicinarlo spinto solo dalle superficiali esigenze della cronaca giornalistica, si rivela invece attraverso i suoi film, i suoi indimenticabili ritratti della middle class britannica, conditi ora con sferzante ironia ora con emozionante tenerezza, un osservatore discreto e partecipe della vita, delle persone comuni e del loro disperato desiderio di sconfiggere la solitudine. Mike Leigh non è, e probabilmente non sarà mai, un autore di successo, perché al successo si arriva di solito percorrendo strade più comode: ciò nonostante è l’unico regista che è stato in grado di vincere sia la Palma d’oro a Cannes  (Secrets and Lies, 1996) sia il Leone d’oro a Venezia (Vera Drake, 2004), oltre al Pardo d’oro a Locarno con la sua opera prima.

La retrospettiva che i Circoli del cinema ticinesi e il Festival del film di Locarno presentano dal 12 gennaio al 3 aprile in quattro località del cantone comprende tutti gli undici lungometraggi realizzati da Mike Leigh per il cinema.


Michele Dell’Ambrogio

Circolo del cinema Bellinzona

  1. BLEAK MOMENTS

  2. HIGH HOPES

  3. LIFE IS SWEET

  4. NAKED

  5. SECRETS AND LIES

  6. CAREER GIRLS

  7. TOPSY-TURVY

  8. ALL OR NOTHING

  9. VERA DRAKE

  10. HAPPY-GO-LUCKY

  11. ANOTHER YEAR


Schede sui film tratte da:

  1. Mike Leigh, a cura di Amy Raphael, Milano, Isbn Edizioni, 2010 (scheda tecnica e dichiarazioni di Mike Leigh);

  2. Il Mereghetti. Dizionario dei film 2011, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2010 (sinossi e giudizio critico);

  3. Un Festival libero. Una storia del cinema attraverso i film del Festival di Locarno, Milano, Il Castoro, 2004 (sinossi e giudizio critico per Bleak Moments);

  4. “Cineforum”, 501, gennaio/febbraio 2011 (scheda tecnica e giudizio critico per Another Year);

  5. www.filmdoc.it e www.nonsolocinema.com (sinossi e dichiarazione di Mike Leigh per Another Year).