CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA | ||||||||
LA VOCAZIONE DI
MICHEL SIMON gennaio febbraio 2003 in collaborazione con il Service culturel de lAmbassade de France a Berna; |
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Michel Simon a Berna, al Lichtspiel | ||||||||
Nato nel 1895 a Ginevra, Michel Simon emigra definitivamente a Parigi nel 1922, al seguito della troupe teatrale dellesule georgiano Georges Pitoëff. Calca le scene della capitale e esordisce al cinema, quando questi non è ancora parlato, nel 1925, nel film diretto da Jean Choux, La vocation dAndré Carel. A partire dagli anni trenta il suo impegno al cinema diventa costante; partecipa alla creazione di alcuni capolavori della storia del cinema: Boudu sauvé des eaux di Jean Renoir nel 1932, LAtalante di Jean Vigo nel 1934, Quai des brumes di Marcel Carné nel 1938. Prima della Seconda Guerra mondiale è, con Jean Gabin e Fernandel, è uno degli attori più amati della sua generazione. Dopo la guerra collabora con Julien Duvivier, René Clair, Sacha Guitry. Fino al 1975, data della sua morte, Michel Simon partecipa a più di cento film.
Di volta in volta, "ridicolo e patetico", "goffo e generoso", "amorale e anarcoide", "barbuto e misantropo", Michel Simon brillò in particolare nei doppi ruoli, che gli permisero di esprimere al meglio tutta la panoplìa di caratteri, mimiche, accenti, gesti, idiosincrasie di cui possedeva il segreto. Prima di Lee Strasberg e Stella Adler, prima insomma dellActors Studio, Michel Simon diede alla recitazione profondità e verità, calandosi nella psicologia dei suoi personaggi. In avanti sui suoi tempi, Simon fu contemporaneo di un altro grande visionario delle scene, il russo Stanislavskij, di cui, inconsciamente e ascoltando unicamente il proprio genio , applicò il metodo. Valga come aneddoto rivelatore della modernità del "metodo Simon", la volta che, nel 1932, durante la preparazione del film Boudu sauvé des eaux di Jean Renoir, trattò con un clochard parigino per ottenerne i vestiti sdruciti e sporchi; o la volta che, per impersonare Mefistofele in La beauté du diable (1949), ricorse alla parodia dei pastori calvinisti conosciuti in gioventù. Come von Stroheim, Charles Laughton o Orson Welles, Michel Simon incarnò spesso al cinema personaggi negativi, assumendo su di sé i vizi degli uomini col risultato di denunciarne lavvilimento morale ma mostrandone al tempo stesso le nascoste grandezze, la fondamentale ambiguità dellessere umano stretto tra il desiderio e la legge, tra la poesia dei sogni e la prosaicità dellesistenza. Il suo talento, la sua esperienza e le circostanze della vita lo portarono a lavorare coi più grandi registi francesi degli anni trenta. Jean Renoir disse di lui: "Ciò che accade coi grandi attori, e di conseguenza con Michel Simon, è che quei grandi attori svelano e portano alla luce dei sogni che abbiamo avuto, ma che non avevamo formulato. In realtà, è leterno mistero della creazione. Arriva un momento in cui non si è più responsabili della propria creazione, che vi sfugge, e il grande attore è un grande attore nella misura in cui vi sfugge, e sfuggendovi corrisponde nondimeno al sogno che avevamo avuto in precedenza, e ve lo fa scoprire." Gregory Catella
I film vengono presentati in ordine anti-cronologico, dal più recente (Le vieil homme et lenfant, 1967) al più vecchio (La vocation dAndré Carel, 1925). Per lottenimento delle copie si ringraziano in particolare Colette Dick del Service culturel de lAmbassade de France a Berna, Bernard Uhlmann della Cinémathèque suisse di Losanna e il CAC Voltaire di Ginevra.
La rassegna sarà accompagnata da una pubblicazione, con saggi editi e inediti, ampie schede sui film, filmografia e bibliografia, che verrà offerta gratuitamente a tutti gli spettatori. |
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