Circolo del cinema di Bellinzona
casella postale 1202
CH-6500 Bellinzona
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26 SETTEMBRE -
28 NOVEMBRE 2017
XAVIER DOLAN
A soli 28 anni ha già quasi 10 anni di esperienza. Il suo primo film, J’ai tué ma mère, è uscito infatti al festival di Cannes nel 2009,
quando di anni ne aveva appena compiuti 20. Xavier Dolan, nato a Montréal il 20 marzo 1989, è di sicuro tra le promesse del cinema mondiale:
i suoi film sono sempre attesi con ansia dalla critica e dal grande pubblico.
Da quando ha cominciato a girare, Dolan non ha fatto altro che ottenere riconoscimenti e premi; grazie al suo penultimo film,
Mommy, ha vinto nel 2014 il Premio della Giuria al Festival di Cannes, ex equo con Jean-Luc Godard:
un premio quasi simbolicamente assegnato così al più giovane e al più anziano partecipante al Concorso internazionale di quell’anno.
Nonostante i suoi film siano molto diversi l’uno dall’altro, i temi preferiti da Dolan sono ricorrenti.
Innanzitutto al centro di ogni storia è posto il rapporto difficile e problematico con la madre:
una figura ingombrante, fastidiosa, a volte inadeguata, con cui il protagonista del film (spesso proiezione-alter ego dell’autore)
instaura un rapporto di amore-odio che gli condiziona e limita la vita. Vi è poi l’amore omosessuale, spesso anche impossibile,
con personaggi inafferrabili, morti, o semplicemente di un sesso ambiguo.
A coronare il tutto, la difficoltà-impossibilità di comunicazione tra i personaggi che passano ore, giorni,
anni a parlare senza dirsi niente, fraintendendosi, sbagliando e perdonandosi, in una sorta di circolo vizioso.
Altro elemento che accomuna le pellicole di Dolan è la cura formale:
ogni immagine è studiata nel dettaglio, ogni elemento è posizionato con una logica precisa.
Ogni inquadratura esprime un sentimento ed è funzionale al senso del film.
Vi è una ricerca della perfezione, sia nella fotografia che nella colonna sonora,
la quale gioca sempre un ruolo fondamentale nelle sue pellicole e che spazia da brani di musica classica a brani contemporanei di tutti i generi.
Quando si assiste a un film di Dolan, è difficile percepire la sua giovinezza.
I temi che gli stanno a cuore, è vero, sono forse facilmente riconducibili all’ingenuità che caratterizza questo periodo della vita,
ma il modo in cui li affronta è estremamente profondo e si rivela molto maturo.
Il suo nome è stato più volte accostato a quello di grandi registi.
Lui, però, nonostante citi sempre tra i suoi modelli grandi nomi come Truffaut, Godard e Gus Van Sant,
afferma di non avere visto molti film nel corso della sua vita e tra i suoi preferiti indica, in primis, Titanic e Harry Potter.
Questa rassegna si propone di presentare i suoi sei lungometraggi, in cui Dolan è sia regista che sceneggiatore;
in alcuni di essi interpreta anche il ruolo del protagonista.
Manuela Moretti
Circolo del cinema Bellinzona
Per i diritti e le copie si ringraziano:
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