IL MONDO CONTADINO
visto da RAYMOND DEPARDON
25 settembre - 5 ottobre 2006
CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA

IL MONDO CONTADINO

visto da

RAYMOND DEPARDON

Due film (e un corto) inediti in Svizzera
Questo programma è stato presentato sotto l'egida del
Festival Images '06 Vevey, con la collaborazione dell'Ambassade de France en Suisse, Unifrance, Agora Films Genève.

 

PROGRAMMA

Circolo del cinema Locarno
Cinema Morettina

20.30

Circolo del cinema Bellinzona
Cinema Forum

20.30

LuganoCinema 93
Cinema Iride

  20.30

Profils paysans: L’approche
Francia, 2001

lun 25.09

mar 26.09

gio 28.09

Profils paysans: Le quotidien
Francia, 2005

preceduto dal cortometraggio
Quoi de neuf au Garet ?
Francia, 2005

ven 29.09

mar 3.10

gio 5.10

LUGANOCINEMA 93 PRESENTERÀ
INOLTRE DUE ALTRI FILM DI
RAYMOND DEPARDON

San Clemente
Francia 1982
(sull'Ospedale psichiatrico di Venezia

gio 14.09

Délits flagrants
Francia 1994
(su 14 persone arrestate a Parigi per delitti)

gio 21.09

Entrata: Fr. 10.- / 8.- / 6.-

Si ringrazia Roland Cosandey (Images '06, Vevey) per l’offerta dei film di Depardon ai cineclub ticinesi.


SCHEDE

Profils paysans: L’approche
Francia, 2001

  • Regia e fotografia: Raymond Depardon; suono: Claudine Nougaret; montaggio: Roger Ikhlef; con: le famiglie Brès, Privat, Rouvières, Jean-François Pantel, Nathalie Deleuze; produzione: Canal + / Télé Images International.
  • 35mm, colore, versione originale francese, 90’

Primo capitolo di tre film consacrati al mondo rurale, Profils paysans: L’approche ci conduce nelle regioni della Lozère, della Haute-Saône, dell’Ardèche e della Haute-Loire, in quel mondo contadino che Depardon conosce bene avendo passato la sua infanzia in una fattoria della Saône. Colpisce il partito preso di filmare solo in interni, con l’eccezione di due sequenze importanti. Depardon rifiuta ogni aspetto pittoresco, ogni contemplazione turistica di questi paesaggi montagnosi, riducendo insediamenti umani e villaggi a inquadrature da pannello, per concentrarsi sulla parola quotidiana dei contadini e sull’osservazione della vita sociale che si svolge in queste cucine senza confort (…) Depardon gioca veramente il ruolo del visitatore, invitato alla tavola degli ospiti, con quel filo di freddezza così tipico del suo cinema, ma infinitamente più vicino (…) La solitudine è una dimensione importante della vita in queste campagne (anche se il film rimane discreto su questo), un numero importante di vedovi, vedove e scapoli induriti sembrano viverci, e il filmrivela dei traumatismi profondi al momento di un funerale, quello di Louis Brès, che chiude questo primo capitolo.

(Jean-Sébastien Chauvin, in “Cahiers du cinéma”, 557, maggio 2001)

 


Profils paysans: Le quotidien
Francia 2005

  • Regia e fotografia: Raymond Depardon; suono: Claudine Nougaret; montaggio: Simon Jacquet; produzione: Claudine Nougaret.
  • 35mm, colore, versione originale francese, 85’

Per qualche mese Raymond Depardon filma gli occupanti di una dozzina di fattorie del centro della Francia (Lozère, Ardèche e Haute-Loire). Li osserva mentre lavorano, ascolta i commenti sulle loro esistenze quotidiane, registra gli elementi di ciò che cambia e non cambia (…) L’esperienza giornalistica di Depardon, la forte personalità dei personaggi a cui si interessa, il carattere drammatico della situazione crepuscolare dell’agricoltura di media montagna sono sufficienti a rendere interessante, sorprendente, emozionante, a volte divertente ciò che passa sullo schermo (…) Questo nuovo film è il secondo capitolo di una trilogia annunciata ed esce preceduto dal cortometraggio Quoi de neuf au Garet?, nel quale il cineasta si intrattiene con suo fratello dopo che questi ha venduto la maggior parte della fattoria di famiglia e della loro infanzia (…) Nonostante le apparenze, Depardon non è un realista. La sua lunga e complessa traiettoria iniziata come fotografo e giornalista è passata attraverso l’elaborazione paziente di strategie sofisticate che, guidate dall’istinto, intatto, del cacciatore di immagini, combinano la finzione, il viaggio, la scrittura, le arti plastiche…

(Jean-Michel Frodon, in “Cahiers du cinéma”, 598, febbraio 2005)

 

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