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IL MONDO CONTADINO
visto da
RAYMOND DEPARDON
Due film (e un corto) inediti in Svizzera
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PROGRAMMA
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Entrata: Fr. 10.- / 8.- / 6.-
Si ringrazia Roland Cosandey (Images '06, Vevey) per l’offerta dei film di Depardon ai cineclub ticinesi.
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SCHEDE
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Profils paysans: L’approche
Primo capitolo di tre film consacrati al mondo rurale, Profils paysans: L’approche ci conduce nelle regioni della Lozère, della Haute-Saône, dell’Ardèche e della Haute-Loire, in quel mondo contadino che Depardon conosce bene avendo passato la sua infanzia in una fattoria della Saône. Colpisce il partito preso di filmare solo in interni, con l’eccezione di due sequenze importanti. Depardon rifiuta ogni aspetto pittoresco, ogni contemplazione turistica di questi paesaggi montagnosi, riducendo insediamenti umani e villaggi a inquadrature da pannello, per concentrarsi sulla parola quotidiana dei contadini e sull’osservazione della vita sociale che si svolge in queste cucine senza confort (…) Depardon gioca veramente il ruolo del visitatore, invitato alla tavola degli ospiti, con quel filo di freddezza così tipico del suo cinema, ma infinitamente più vicino (…) La solitudine è una dimensione importante della vita in queste campagne (anche se il film rimane discreto su questo), un numero importante di vedovi, vedove e scapoli induriti sembrano viverci, e il filmrivela dei traumatismi profondi al momento di un funerale, quello di Louis Brès, che chiude questo primo capitolo.
(Jean-Sébastien Chauvin, in “Cahiers du cinéma”, 557, maggio 2001)
Profils paysans: Le quotidien
Per qualche mese Raymond Depardon filma gli occupanti di una dozzina di fattorie del centro della Francia (Lozère, Ardèche e Haute-Loire). Li osserva mentre lavorano, ascolta i commenti sulle loro esistenze quotidiane, registra gli elementi di ciò che cambia e non cambia (…) L’esperienza giornalistica di Depardon, la forte personalità dei personaggi a cui si interessa, il carattere drammatico della situazione crepuscolare dell’agricoltura di media montagna sono sufficienti a rendere interessante, sorprendente, emozionante, a volte divertente ciò che passa sullo schermo (…) Questo nuovo film è il secondo capitolo di una trilogia annunciata ed esce preceduto dal cortometraggio Quoi de neuf au Garet?, nel quale il cineasta si intrattiene con suo fratello dopo che questi ha venduto la maggior parte della fattoria di famiglia e della loro infanzia (…) Nonostante le apparenze, Depardon non è un realista. La sua lunga e complessa traiettoria iniziata come fotografo e giornalista è passata attraverso l’elaborazione paziente di strategie sofisticate che, guidate dall’istinto, intatto, del cacciatore di immagini, combinano la finzione, il viaggio, la scrittura, le arti plastiche…
(Jean-Michel Frodon, in “Cahiers du cinéma”, 598, febbraio 2005)
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