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OTTOBRE 2006
4 serate con 4 proiezioni sul Disagio Psichico |
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PROGRAMMA
MI PIACE LAVORARE
SENZA DI ME
UN'ORA SOLA TI VORREI
UN SILENZIO PARTICOLARE
L'entrata ai film è gratuita!!
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a | |||||||||||||||||||||||||||||||||
MI PIACE LAVORARE (MOBBING)
di Francesca Comencini, Italia 2004
Sceneggiatura: Assunta Cestaio, Daniele Ranieri, Francesca Comencini; fotografia: Luca Bigazzi; montaggio: Massimo Fiocchi; musica: Gianluigi Trovasi, Gianni Coscia; interpreti: Nicoletta Braschi, Camille Dugay Comencini, Marina Buoncristiani, Roberta Celea, Stefano Colace, Claudia Coli, Marcello Miglio, Fabrizio Tola, Impero Batoli.
Dvd, colore, v.o. it., 89
Dopo che lazienda in cui lavora è stata assorbita da una multinazionale, Anna viene destinata a mansioni sempre più squalificanti e minimali, che la spingono ai limiti dellesaurimento e la rendono sempre più difficile occuparsi della figlia e del padre: quando la spingeranno alle dimissioni, finalmente accetterà di farsi aiutare dal sindacato.
Prodotto con il concorso della Ggil e costato solo 300'000 euro (un decimo di un film medio italiano), un ritratto ai limiti del documentarismo di una situazione di mobbing aziendale, cui la Braschi offre una bella dose di umanità che smorza le punte ideologiche della sceneggiatura. Funzionale la fotografia di Luca Bigazzi, capace di trasformare i luoghi di lavoro negli scenari di un incubo che sembra inarrestabile. Se si escludono la Braschi e la figlia della Comencini, tutti gli altri interpreti sono veri sindacalisti e impiegati.
(Il Mereghetti. Dizionario dei film 2006, Milano, Baldini Castaldi Dalai, 2005)
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SENZA DI ME
di Danilo Catti, Svizzera 2004
Sceneggiatura e fotografia: Danilo Catti; montaggio: Juliette Frey; suono: Riccardo Studer; musica: Ben Jeger; produzione: Danilo Catti per Associazione Treno dei Sogni/TSI.
Dvd, colore, v. it., 75
Come tanti altri giovani in Svizzera, Jeremy, Marie, Theodora, Saray, Rana e Claudia hanno tentato il suicidio. Accolti durante alcune settimane presso lUCA, ununità di crisi per adolescenti collegata allOspedale Cantonale di Ginevra, cercano di dare un senso a ciò che è successo e che succede. Il documentario li accompagna per 18 mesi, nel corso della loro ricerca delle cause che li hanno spinti verso la morte.
(dal Catalogo delle 40.me Giornate di Soletta, 2005)
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c | |||||||||||||||||||||||||||||||||
UNORA SOLA TI VORREI
di Alina Marazzi, Italia/Svizzera 2002
Sceneggiatura e fotografia: Alina Marazzi; montaggio: Ilaria Fra ioli; suono: Remo Ugolinelli, Alessandro Feletti, Benni Atria; produzione: Alina Marazzi, Gianfilippo Pedote, Giuseppe Piccioni, Francesco Virga per Venerdì SRL, Milano.
Dvd, colore e bianco e nero, v.o. it, 55
La regista cerca di ricostruire lesistenza della madre, morta suicida quando lei aveva sette anni, tramite il montaggio di sequenze filmate dal nonno materno tra il 1920 e il 1970. Le immagini mute sono accompagnate dalla canzone registrata di nascosto alla stazione di Milano e dalla voce della regista, che legge le lettere e i diari scritti dalla madre nel corso della propria vita ma anche i referti medici degli ospedali psichiatrici dove la donna ha passato lunghi periodi. Una vita si ricompone: ladolescenza, lamore, i bambini, la malattia, la disperazione. La ricerca della madre rivela con una forza sconvolgente una delle fondamentali potenzialità affettive del cinema: rendere presente lassente.
(dal Catalogo del 55.mo Festival internazionale del film Locarno, 2002)
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d |
UN SILENZIO PARTICOLARE
di Stefano Rulli, Italia 2004
Sceneggiatura e fotografia: Stefano Rulli; montaggio: Clelio Benevento; con: Matteo Rulli, Stefano Rulli, Clara Sereni, Giorgio Arlorio, Luda Arlorio, Monica Barranco, Nicolas Barranco, Paolo Becattini, Giovanni Braschi, Mirko Bruner.
Dvd, colore, v.o. it, 75
Lo sceneggiatore Stefano Rulli racconta in un video-diario il rapporto col figlio 24enne Matteo, affetto da problemi di autismo. Dolori quotidiani e piccole utopie (lapertura dellagriturismo La città del sole per ragazzi disabili) sono affrontati con stoicismo non ostentato e laica serenità. Il tono rimane intimo, quasi privato, non blandisce lo spettatore e anzi lo sconcerta con le improvvise esplosioni di violenza di Matteo. E richiede, alla fine, un pudico silenzio.
(Il Mereghetti. Dizionario dei film 2006, Milano, Baldini Castaldi Dalai, 2005)
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