CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA

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Martin Scorsese

retrospettiva
prima parte

Gennaio - marzo 2001

" Martin Scorsese è il maggior autore prodotto dal cinema negli ultimi decenni del secolo, l'unico che li ha attraversati senza mai perdere di vista il proprio furore, senza mai mollare l'orgoglio ossessionato della propria 'firma', neppure nei progetti 'su commissione' (Fuori orario, Il colore dei soldi, Cape Fear), senza mai dimenticare né elevare a scopo il suo stile, che è stato probabilmente il più dirompente e affabulante degli ultimi trent'anni. Senza pace, interrogandosi, arrovellandosi, dibattendosi nelle stesse gabbie create per i suoi personaggi. Se c'è un esempio di identità straziata tra un creatore e le sue creature, un esempio di 'autore totale', questo è Martin Scorsese. Non perché è quello che ha più influenzato il cinema americano successivo, ma soprtattutto perché è l'unico la cui perenne ricerca stilistica ha continuato a coincidere con una inesausta ricerca morale (...) Un autore indispensabile, nel Duemila e per sempre. "

Così Emanuela Martini, in " Cineforum " 392 (marzo 2000), e non possiamo che sottoscrivere. I suoi film parlano da soli, vanno direttamente a toccarci nel profondo, a risvegliare le nostre inquietudine sopite, i nostri bisogni autentici, soffocati da un mondo violento e spietato. Figlio della Little Italy di New York, di cui ci ha dato indimenticabili affreschi, è stato letteralmente salvato dalla sua vocazione cinematografica, ma non è mai riuscito a placare le sue ansie, a fugare i sensi di colpa inculcati da un'educazione cattolica ossessiva, a lenire il suo dolore esistenziale, a vivere in armonia con il mondo.

Per dirla ancora con Emanuela Martini, tutti i suoi film, da Taxi Driver a Al di là della vita sembrano urlare un'unica richiesta : " moralità " . Ma si tratta di " una ricerca affannosa e sempre frustrata, negata, fallita quasi in partenza, nella solitudine di una folla incombente che fa coincidere le fisionomie di assassini e santi, di psicopatici affogati nella loro 'missione' e di loser che hanno definitivamente abbandonato la partita ".

Profondo conoscitore della storia del cinema (uno dei pochissimi fra i registi americani), divoratore instancabile di film altrui, virtuoso della macchina da presa, grande direttore di magnifici attori, attentissimo esploratore delle potenzialità espressive che genera l'incontro delle immagini con la musica, è però riuscito a mai scadere nel manierismo, a mai anteporre la bravura formale all'espressione di un senso, di un'idea forte. Scorsese si è insomma conquistato da un pezzo il suo posto fra i grandi : è un classico vivente.

Stando così le cose, sembrerebbe che sia sufficiente uno schiocco di dita per tributargli un doveroso omaggio, per poter mostrare i suoi film. Ma purtroppo non è questa la logica di chi è abituato a trasformare l'arte in commercio. L'organizzazione di questa retrospettiva è stata una delle più difficili ed estenuanti fra quelle tentate dai cineclub ticinesi nella loro esistenza : film irreperibili, copie disastrate, diritti scaduti, assoluta incertezza nella ricerca degli interlocutori. Tanto che più di una volta si è stati sul punto di abbandonare il progetto.

Ma alla fine ce l'abbiamo fatta e questo è quel che conta, per noi come per il pubblico.

La prima parte di questa retrospettiva presenta tutti i lungometraggi di finzione di Scorsese da Who' That Knocking at my Door ? (1969) ad After Hours (1985) e il suo primo corto, anche se talvolta abbiamo dovuto accontentarci di copie doppiate o in 16 mm. La seconda, prevista all'inizio del 2002, dovrebbe poter offrire tutti gli altri.

Michele Dell'Ambrogio
Circolo del cinema Bellinzona

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