L’ENFER
L’inferno
di Claude Chabrol, Francia 1993
Sceneggiatura: Henri-Georges Clouzot, Claude Chabrol, José-André Lacour; fotografia: Bernard Ziterman; montaggio: Monique Fardoulis; musica: Mathieu Chabrol; interpreti: François Cluzet, Emmanuelle Béart, Marc Lavine, Nathalie Cardone, Cristiane Minazzoli, André Wilms, Dora Doll, Jean-Pierre Cassel, Mario David, Thomas Chabrol; produzione: Marin Karmitz per MK2 Productions/CED Productions/France 3 Cinéma/Cinémanuel.
35mm, colore, v.o. francese st. t, 100’
L’albergatore Paul (Cluzet) si chiede come sua moglie Nelly (Béart), giovane e bella, occupi i pomeriggi: la pedina, ma non riesce ad avere prove concrete di un suo tradimento. In un crescendo di folle gelosia arriverà a chiudersi con lei in camera da letto, ormai incapace di distinguere tra immaginazione e realtà.
Chabrol ha ripescato una sceneggiatura che Henri-Georges Clouzot aveva cominciato a girare nel 1964 (con Serge Reggiani e Romy Schneider), prima di dover abbandonare il progetto perché colto da infarto. L’inizio è quello tipico del film chabroliano sulla provincia francese (è ambientato a Tolosa), pieno di notazioni gustose ma anche di maniera. Poco per volta, tuttavia, la storia si trasforma, e cerca di penetrare dentro la testa di un uomo malato, ricostruendone la visione distorta della realtà. E quello degli ultimi venti minuti è un vero inferno “senza fine”, come dice la didascalia finale, che risparmia gli effettacci ed esplora con coraggio le possibilità che ha il linguaggio cinematografico di rappresentare la “vita” della mente.
(Il Mereghetti, cit.)