ISABELLE
HUPPERT

09.01.04/17.02.04

CIRCOLO
DEL
CINEMA
BELLINZONA

ISABELLE HUPPERT
l'enigmatica

9 GENNAIO 2004 - 17 FEBBRAIO 2004

La pianiste
La pianista, di Michael Haneke, F/A 2001
Sceneggiatura: Michael Haneke, dal romanzo omonimo di Elfriede Jelinek; fotografia: Christian Berger; montaggio: Monika Willi; musica: Martin Achenbach; interpreti: Isabelle Huppert, Benoît Magimel, Annie Girardot, Anna Sigalevitch, Susanne Lothar, Udo Samel; produzione: Michael Katz, Yvon Crenn, Christine Gozlan, per MK2 / Les Films Alain Sarde.
35mm, colore, v.o. st. t, 129’
Erika Kohut (Huppert), una donna sui quarant’anni, è professore di piano al Conservatorio di Vienna. Vive con la madre (Girardot) che la ossessiona con le sue domande: vuole sempre sapere dove è stata e la cerca dovunque. Erika frequenta in segreto i cinema porno e i peep-show. Tutta la sua sessualità si riduce a un voyeurismo passivo e alle mutilazioni masochiste che è solita infliggersi. Erika vive in un mondo tutto suo e non ha rapporti affettivi con altre persone; con i suoi allievi è di una severità indisponente. Ma uno di questi, Walter (Magimel), decide di sedurla. Non sa dove va a cacciarsi...
Haneke si situa in qualche modo nel prolungamento della provocazione tagliente di Elfriede Jelinek (l’autrice del romanzo). Con la sua percezione e con i suoi modelli (Fassbinder, il Pasolini di Salò, l’entomologia, forse Artaud) il regista austriaco ha riscritto in totale libertà la vicenda, discutendo con la scrittrice le soluzioni impiegate nella sceneggiatura e ricevendone sempre l’assenso. A film conchiuso, si vede come egli abbia trasportato in avanti la metafora centrale del libro: l’inettitudine portata a immagine dell’ignavia morale, nel livido controcanto della società dello spettacolo e all’ombra di quella durezza e estremità di visione di cui egli è oggi al cinema il più esatto e tutelato percettore.
(Signorelli, De Santi)
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