Circolo del cinema di Bellinzona

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CH6500 Bellinzona

2 SETTEMBRE - 11 OTTOBRE 2011

In collaborazione con

 

THE TIME THAT REMAINS – LE TEMPS QUI RESTE

IL TEMPO CHE CI RIMANE

Elia Suleiman

Israele/Gran Bretagna/Belgio/Francia/Italia 2009


Sceneggiatura: Elia Suleiman; fotografia: Marc-André Batigné; montaggio: Véronique Lange; suono: Pierre Mertens, Christian Monheim; scenografia: Sharif Waked; interpreti: Elia Suleiman, Saleh Bakri, Samar Qudha Tanus, Shafica Bajjali, Tarek Qubti, Zuhair Abu Hanna, Ayman Espanioli; produzione: Michael Gentile, Elia Suleiman per The Film/Nazira Films/Artemis Productions, BIM Distribuzione, France 3 Cinéma/RTBF (Televisione belga), BELGACOM.

Dvd, colore, v.o. araba/ebraica, sottotitoli francesi e tedeschi, 109’


La storia di una famiglia di pelestinesi di Nazareth: quella del regista. Nel 1948 il padre Fouad è torturato dagli israeliani che hanno appena invaso la città. Negli anni Settanta si adatta a una vita di routine, mentre il figlio Elia è rimproverato perché a scuola dice che gli americani sono colonialist. Nel presente, Suleiman torna a casa, muto, dopo 15 anni di esilio, per assistere alla fine della sua famiglia e alle nuove ingiustizie e assurdità degli occupant israeliani.


Suleiman, anche sceneggiatore, gira il suo film di maggior respiro e ambizione, mettendo a punto, con maggior amarezza e minor voglia di scandalizzare, l’umorismo straniante e stralunato alla Tati, sperimentato in Cronaca di una sparizione e Intervento divino. Giocando sull’impassibilità e la ripetizione, racconta una realtà insensate e ingiusta in modo assurdo: la scelta è tutta di testa, ma I risultati ne dimostrano quasi sempre l’efficacia. E non mancano I moment geniali, sconcertanti e comici (che non coincidono per forza con la sequenza più célèbre: quella in cui il regista scavalca con un’asta il muro eretto dagli israeliani per tenere lontani I palestinesi). Gli effetti digitali sono spesso usati in modo creative. Si ha però l’impressione di un film terminale e private, chiuso nel suo dolore ma anche nel suo ermetismo. Sottotitolo: Cronaca di un assente-presente).

(Il Mereghetti. Dizionario dei film 2011, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2010)


  1. Elia Suleiman, nato nel 1960 a Nazareth da famiglia araba, è con Michel Khleifi uno dei registi palestinesi più famosi nel mondo. Tra il 1982 e il 1993 vive a New York, dove gira due cortometraggi che si fanno subito notare dalla critica per il tono satiric con cui mettono in scena lo stereotipo dell’arabo visto con gli occhi di un occidentale. Nel 1994 torna in patria, a Gerusalemme, per insegnare alla Birzeit University. Nel 1996 dirige il suo primo lungometraggio, Cronaca di una sparizione, premiato come miglior opera prima a Venezia. Il second film, Intervento divino (2002), ottiene il Premio della giuria al Festival di Cannes e gli regala la popolarità internazionale. Nei suoi film interpreta solitamente se stesso o una figura caricaturale ispirata alla sua persona e per questo motivo Suleiman è spesso paragonato ad autori come Tati o Buster Keaton.