THE LUBITSCH TOUCH
CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA
9 GENNAIO - 10 FEBBRAIO 2009
in collaborazione con:
LAB 80 Bergamo, CAC-Voltaire Ginevra, Spiegel Film Zurigo
TO BE OR NOT TO BE
Vogliamo vivere!, 1942

Sceneggiatura: Edwin Justus Mayer, da un soggetto di Ernst Lubitsch e Melchior Lengyel; fotografia: Rudolph Maté; musica: Werner Heymann, su temi di Chopin; interpreti: Carole Lombard, Jack Benny, Robert Stack, Felix Bressart, Lionel Atwill, Stanley Ridges, Sig Rumann, Tom Dugan, Charles Halton, Henry Victor, Maudé Edburn, George Lynn…; produzione: Ernst Lubitsch e Alexander Korda per United Artists.
35mm, bianco e nero, v.o. st. f/t, 99'

1939. Guerra e teatro, nazismo e finzioni di attori. A Varsavia, la compagnia di Josef Tura e di sua moglie Maria prepara la messinscena del dramma Gestapo. I tedeschi, che occupano la Polonia, prontamente lo censurano. Il comandante del presidio tedesco, il terribile colonnello Erhard, interviene. Delusione degli attori. Ma la vita (il teatro) continua, anche in situazioni tragiche. Tura usa il teatro, ora, per organizzare un nucleo di resistenza e, sul filo del monologo dell' Amleto - suo cavallo di battaglia, com'è ovvio - si muovefra un pericolo e l'altro, smaschera una spia (il professor Siletsky), la fa ammazzare dai partigiani, in scena, e si camuffa proprio da Siletsky per un incontro decisivo con il comandante tedesco. Il monologo - l'emblematico “Essere o non essere” - fa da sfondo all'intrigo amoroso di Maria con il tenente Sobinsky, serve come parola di riconoscimento per i partigiani, e provoca una serie di clamorosi equivoci, che culminano nella fuga degli attori in Inghilterra, sull'aereo di Hitler. Tura reciterà ora il monologo sui palcoscenici di Londra.

Il tono di commedia lieve e spiritosa, al cui genere Ernst Lubitsch sempre si attiene, si applica qui ad un argomento serio, e può suonare sconveniente. Fu infatti spesso attaccato e lo stesso Lubitsch dovette difenderlo: “secondo me, è stato ingiustamente attaccato… era solo una satira degli attori e dello spirito nazista, del comportamento da pazzi dei nazisti”. Il tema del doppio - vita e realtà, teatro nel teatro, realtà e fantasia - si mescola quindi alle tematiche di guerra: è l'unico film di un esule che non si rifugi in paesi immaginari e in ambientazioni da operetta ma si collochi addirittura nella Polonia occupata. Carole Lombard non finì la lavorazione del film, perché morì in un incidente aereo: questa è la sua ultima, e forse migliore interpretazione di grande commediante. Altro contributo importante è quello di Rudolph Maté, operatore di Murnau accanto al grande Karl Freund, collaboratore di Dreyer, Hitchcock e Clair fino a quando l'avvento del sonoro non impèose la fine della carriera; nonché quello di Vincent Korda (scenografia), il più vecchio dei tre fratelli esuli a Londra, padri della grande cinematografia inglese. To Be or Not to Be, “anche se sgna per vari motivi il culmine dell'attività di Lubitsch, non lo si potrebbe mai definire un'opera perfetta: troppi i registri su cui deve giocare, troppi gli antefatti (intrinsecamente apprezzabilissimi) che deve affannosamente accumulare prima di giungere alle grandi scene del teatro nel teatro o di finzione nella finzione” (Guido Fink).