Pedro Almadóvar CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA
aprile - giugno 2009
VOLVER
Volver, Spagna 2006
  • Sceneggiatura: Pedro Almodóvar; fotografia: José Luis Alcaine; montaggio: José Salcedo; musica: Alberto Iglesias; interpreti: Penélope Cruz, Carmen Maura, Lola Dueñas, Blanca Portillo, Yohana Cobo, Chus Lampreave, Antonio de la Torre, Carlos Blanco, María Isabel Díaz, Neus Sanz, Leandro Rivera, Yolanda Ramos, Carlos García Gambero, Raimunda Sánchez Esposito; produzione: Esther García per El Deseo, Madrid.
    35mm, colore, v.o. st. f/t, 120' (a Locarno, dvd, v.o. st. it.)

La morte del marito (de la Torre), ucciso dalla figlia Paola (Cobo) come reazione a un tentativo di violenza, spinge Raimunda (Cruz) a rilevare il ristorante che un vicino voleva vendere, coinvolgendo nell'impresa amiche anch'esse senza uomini; e poi, attraverso la sorella Sole (Dueñas) e l'amica Augustina (Portillo), a recuperare il rapporto con la madre (Maura), sparita in un incendio anni addietro.

I temi sono quelli tradizionali dell'universo almodovariano (la superiorità femminile, la solidarietà di classe e di sesso, l'inutilità del maschio per costruire un nucleo famigliare), però distillati e intrecciati con una maestria che lascia a bocca aperta; e che aiuta a capire che cos'è davvero un film “alla Almodóvar”, in cui l'occhio anticipa la mente, le immagini fanno intuire quello che si spiegherà poi e la regia precede sempre le svolte della sceneggiatura (come sempre scritta dal regista). Come nella primissima scena (una carrellata da destra verso sinistra fra le tombe di un cimitero, che fa entrare in campo i titoli di testa dal fondo e non dall'inizio delle parole), il film affronta le storie dei suoi personaggi “dal fondo”, per far emergere pian piano dal passato (“volver” dice il titolo, cioè tornare) le ragioni dei loro comportamenti, delle loro paure e delle loro nevrosi: senza le provocazioni folkloristiche di alcuni lavori precedenti, ma con la consapevolezza che la giostra della vita è più ironica e sorprendente di ogni immaginazione. A Cannes, premi alla sceneggiatura e al cast femminile al gran completo. A detta del regista, per esigenze di parte la Cruz si è solo “rinforzata” il seno, non i fianchi.