INGMAR BERGMAN
parte terza: 1973 - 2003
CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA
settembre 07 - maggio 08
SARABANDA
Saraband, Svezia 2003

Sceneggiatura: Ingmar Bergman; fotografia: Stefan Eiksson, Jesper Holmström, Sofi Stridh, Per-Olof Lantto, Raymond Wemmenlov; montaggio: Sylvia Ingemarsson; musica: Bach, Bruckner, Brahms; interpreti: Liv Ullmann, Erland Josephson, Borje Ahlstedt, Julia Dufvenius, Tunnel Fred; produzione: TV svedese.
Dvd, colore, v.o. st f, 107'

Dopo trent'anni di lontananza, Marianna (Ullmann) decide di far visita all'ex marito Johan (Josephson) che vive in una casa solitaria tra i boschi: sarà coinvolta nel rapporto conflittuale dell'uomo con il figlio di primo letto Henrik (Ahlstedt), morbosamente attaccato alla figlia Karin (Dufvenius), di cui vuole coltivare il talento per il violoncello, anche a rischio di sovrastarne la volontà.
Tornato a 85 anni dietro la macchina da presa (anche se digitale e con un film per la tv) e riprendendo i due protagonisti di Scene da un matrimonio, Bergman costruisce una specie di summa del proprio pensiero sulla vita e sull'arte. Scandito in dieci parti, più un prologo e un epilogo, il film scava nei rapporti interpersonali - genitori/figli, mariti/mogli - con una durezza senza speranza: l'egoismo dei vecchi (Johan) diventa rifiuto della paternità e delle sue responsabilità, quello dei giovani (Henrik) si trasforma in un amore cosÌ soffocante da sfiorare l'incesto. Con una lucidità inusitata, Bergman vede l'ossessività insita in ogni rapporto famigliare, ma anche i limiti dell'attività artistica che spesso finisce per trasformarsi in una specie di vampirismo (Henrik vorrebbe impedire alla figlia Karin di costruirsi una carriera da sola). Anche se riconosce che il privilegio di essere artisti può aiutare a sfuggire ai dolori della vita. Straordinaria la scena dell'incubo notturno di Johan, in cui viene (letteralmente) messa a nudo la sua debolezza e fragilità di uomo e il bisogno (vano) di un aiuto da parte dei propri simili. Nel dolore di Henrik per la mancanza della moglie morta (Fred) si può leggere quello di Bergman per la scomparsa della sua ultima moglie.