Donne allo specchio
L'occhio delle donne
CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA
MARZO 2007
LA SETTIMA STANZA
Italia/Francia/Polonia/Ungheria - 1995

Regia: Marta Mészáros; Sceneggiatura: Roberta Mazzoni, Marta Mészáros, Eva Pataki; Fotografia: Piotr Sobocinski Shore; Montaggio: Ugo de Rossi Rolla; Musica: Moni Ovadia; Scenografia: Halina Dobrowolska; Interpreti: Adriana Asti, Iwona Budner, Ileana Carusio, Elide Melli, Maia Morgenstern, Jan Nowicki; Produzione: Ryszard Chutkowski, Morgan, Eurofilm, Budapestfilm,…
dvd colore v.o. st.t. 110 min.

Il titolo La settima stanza, che fa riferimento al percorso di ricerca interiore praticato e descritto da Teresa d'Avila, indica contemporaneamente il luogo del martirio di Edith Stein (la camera a gas del lager ) e lo stato di beatitudine e di conoscenza suprema quale punto di approdo dell'esperienza mistica.
Con intensità e senza retorica Marta Mészáros tratteggia alcuni degli aspetti essenziali della vita di Edith Stein, evidenziandone la complessa e appassionata umanità: il rapporto profondo e sofferto con l'amatissima madre, il suo difficile percorso di ricerca della verità nella fede, la volontà di assumere la croce condividendo le sorti del popolo ebraico.

Ultima di sette fratelli, Edith Stein nasce nel 1891 a Breslavia, in Germania, in una famiglia di ebrei ortodossi. Studia filosofia a Gottinga con Husserl, padre della fenomenologia, del quale diventa assistente a soli 25 anni. Intanto partecipa attivamente alla vita sociale del suo paese, schierandosi con gli scioperanti e appoggiando le lotte femministe. Si avvicina al cristianesimo attraverso il pensiero di Max Scheler. Ma è grazie alla lettura del Libro della mia vita di Teresa d'Avila che si converte definitivamente. Riceve il battesimo nel 1922. La sua scelta incontra l'incomprensione dei famigliari e in particolare la disapprovazione materna .
Insegna alcuni anni dapprima presso l'istituto delle Domenicane di Spira e poi presso l'accademia pedagogica di Munster. Le leggi di discriminazione razziale promulgate con l'ascesa al potere di Hitler la costringono a lasciare l'insegnamento. Edith Stein sceglie di restare comunque in Germania e nel 1934 si fa suora di clausura con il nome di Suor Teresa Benedetta della Croce, entrando nel monastero delle Carmelitane di Colonia, ma senza rinunciare al suo impegno filosofico .
Nel 1938 si rifugia nel Carmelo di Echt, in Olanda. Qui viene arrestata e deportata nel campo di concentramento di Auschwitz. Si suppone che sia morta, insieme alla sorella Rosa, il 9 agosto 1942.
Edith Stein è stata beatificata nel maggio 1987, e proclamata Santa nell'ottobre del 1998.
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