Donne allo specchio
L'occhio delle donne
CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA
MARZO 2007
ARTEMISIA - PASSIONE ESTREMA
Francia/ Italia/Germania - 1998

Regia: Agnès Merlet; Sceneggiatura: Patrick Amos, Agnès Merlot, Christine Miller; Fotografia: Benoit Delhomme; Montaggio: Guy Lecorne, Daniele Sordoni; Musica: Krishna Levy; Scenografia: Emita Frigato; Interpreti: Michel Serrault, Valentina Cervi, Miki Manojlovic, Emmanuelle Devos, Frédéric Pierrot, Luca Zingaretti; Produzione: Patrice Haddad, Première Heure, Urania Film
35 mm, colore, v.o. 115'

Italia 1610. Artemisia Gentileschi ha 17 anni, suo padre Orazio è un pittore molto ricercato che le trasmette la passione per la pittura. Secondo la mentalità dell'epoca, però, alle donne non è concesso il diritto di studiare all'Accademia, né di ritrarre nudi maschili, tuttavia Artemisia non ha intenzione di piegarsi a queste regole e si ostina nel voler proseguire la sua attività di pittrice. Osservando il suo corpo e, di nascosto, quello di un suo giovane innamorato, cerca di dipingere i corpi e durante gli studi anatomici affiorano pian piano i suoi primi turbamenti sessuali. L'incontro con Agostino Tassi, artista sostenitore delle più moderne tecniche pittoresche, cambierà radicalmente la vita della giovane che con il suo maestro scoprirà non solo la passione, ma anche il dolore e l'umiliazione.

Storia di una fanciulla che, in un periodo in cui alle donne era concesso solo di sposarsi e far figli, trova nell'arte pittorica, la sua indipendenza. Bisogna dunque considerare Artemisia l'antesignana della rivendicazione femminile?

Gentileschi Artemisia (Roma 8.7.1597 - Napoli 1652)

Pittrice italiana, figlia e allieva di Orazio Gentileschi, che le trasmetterà il profondo interesse per il Caravaggio, il cui stile influenza i lavori del pittore romano. Come il padre amò la preziosità dei colori e la raffinata resa delle stoffe. La vita di Artemisia Gentileschi è segnata nel 1611, dallo stupro subito dal pittore Agostino Tassi, fidato amico di famiglia, e dal processo che ne seguì. In seguito a questo scandalo andrà per un certo periodo a Firenze, dove si sposerà con Pierantonio Stiattesi. A Firenze Artemisia continua a dipingere, ispirandosi sempre al Caravaggio e al padre, ma elaborando un propria tecnica: predilige tinte più violente con le quali crea i suoi magistrali giochi di luce e ombra, tendenti a far risaltare qualsiasi particolare. I suoi personaggi inoltre sono caratterizzati da un maggiore realismo dovuto alla forte tensione che attraversa le figure. Il resto della sua vita è segnato da continui spostamenti, dovuti in parte alle vicissitudini famigliari, in parte al successo che riscontra: nel 1621 torna a Roma poi si sposterà a Venezia verso il 1627. Nel 1630 si trasferì a Napoli, dove lavorò assiduamente, accogliendo anche suggestioni dei maggiori pittori napoletani del primo Seicento, soprattutto dello Stanzione e del Cavallino. Raggiungerà il padre a Londra nel 1638 nella corte di Carlo I. Tornerà definitivamente a Napoli nel 1640, dove vi concluderà la sua vita.

Fra le sue opere si ricordano Giuditta con la fantesca (Roma, Galleria nazionale), Maddalena (Firenze, Palazzo Pitti), Giuditta uccide Oloferne (Firenze, Uffizi) rimarchevole per il suo naturalismo crudele, La strage degli innocenti (Messina, Museo) e Nascita del Battista (Madrid, Prado)
Enciclopedia Universale Rizzoli Larousse, 1969
Grand Dictionnaire de la peinture, Royal Smeets Offset, Weert : 1992
http://www.cronologia.it/storia/biografie/artemisi.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Artemisia_Gentileschi
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