CINEBABEL - Ungheria
In collaborazione con BABEL - Festival di letteratura e traduzione
Bellinzona 22-24 settembre 2006
CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA
5 settembre 06 - 24 settembre 06
CSODÁLATOS JÚLIA - BEING JULIA  La diva Julia
di István Szabó
Canada/Usa/Gb/Ungheria, 2004
  • Sceneggiatura: Ronald Harwood, dal romanzo Theatre di W. Somerset Maugham; fotografia: Lajos Voltai; montaggio: Susan Shipton; musica: Mychael Danna; interpreti: Annette Bening, Jeremy Irons, Michael Gambon, Bruce Greenwood, Miriam Margolyes, Juliet Stevenson, Shaun Evans, Lucy Punch, Maury Chaykin, Sheila McCarthy…; produzione: Robert Lantos per Serendipity Point Films / Hogarth Production / First Choice Films / Myriad Pictures.
  • 35mm, colore, v.o. st. f/t, 105’

Londra, 1938. Julia Lambert è un’acclamata diva del teatro inglese. Sposata con Michael, il suo regista manager, intreccia una relazione con Tom, un giovane americano quasi coetaneo di suo figlio. Tom a sua volta è amante di Evie, attrice di scarso talento che, grazie alle sue raccomandazioni, è messa sotto contratto da Michael per una parte importante in una nuova commedia. Quando Julia viene a sapere che la ragazza è nel frattempo diventata anche l’ amante del marito, scatta la sua vendetta, che si compirà tutta all’interno del teatro…

 

Alla base c'è un romanzo del vecchio Somerset Maugham (letteratura quasi alta, dunque), sceneggiato da Ronald Harwood (Oscar per Il  pianista), fotografato – magnificamente - dal solito Voltai (per inciso, da poco passato alla regia portando sullo schermo Essere senza destino , del Nobel Imre Kertész), musicato da Mychael Danna (collaboratore, tra gli altri, di Atom Egoyan), sontuosamente arredato dalla nostra Luciana Arrighi.
(Paolo Vecchi, in “Cineforum”, 446, luglio 2005)

Being Julia è l’ultima opera di István Szabó. Siamo sul versante della commedia raffinata con ambientazione nella Londra della fine degli anni Trenta… Lo sfondo è il mondo del palcoscenico (…)

Il film è girato e interpretato magistralmente; vi circola una piacevole atmosfera di vecchia professionalità e di gusto sublime per il racconto cinematografico classico, solido, divertente sino alle lacrime.
(Umberto Rossi, in “Cineforum”, 440, dicembre 2004)