Lo specchio scuro
Un viaggio nel noir hollywoodiano
CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA
genn 06 - febb 06

TOUCH OF EVIL
L'infernale Quinlan
Orson Welles, 1958

Sceneggiatura: Orson Welles, libero adattamento dal romanzo Badge of Evil di With Masterson; fotografia: Russell Metty; montaggio: Virgil W. Vogel, Aaron Stell; musica: Henry Mancini; interpreti: Orson Welles, Charlton Heston, Janet Leigh, Marlene Dietrich, Joseph Callaia, Akim Tamiroff, Valentin de Vargas, Ray Collins, Mort Mills, Mercedes McCambridge, Victor Millan, Joseph Cotten, Zsa-Zsa Gabor; produzione: Albert Zugsmith per la Universal.
35mm, bianco e nero, v.o. st. f/t, 93'

Mentre si trovano in viaggio di nozze vicino alla frontiera con gli Usa, un poliziotto messicano, Vargas (Heston), e sua moglie Susan (Leigh) assistono a un attentato contro il più ricco esponente della zona. Vargas decide di indagare sul caso, ma deve vedersela con il capitano Quinlan (Welles), di tutt'altra scuola: tanto il primo è razionale e alla ricerca della prova logica, quanto il secondo si fa guidare dall'istinto e non esita a fabbricare prove come supporto alle sue intuizioni.
Da un banale intreccio poliziesco, tratto dal romanzo Contro tutti di With Masterson e già sceneggiato da Paul Monash per una produzione di serie B, un'opera monumentale e ricca di fascino nonostante le manomissioni finali , che segna il ritorno di Welles a Hollywood dopo la parentesi europea. Chiamato dalla Universal per assicurarsi la partecipazione di Charlton Heston, Welles rielabora velocemente la sceneggiatura senza leggere il romanzo, mette a punto un conflitto drammaturgico ambiguo e geniale, e si cuce su misura un personaggio titanico, malato di assolutismo, riprovevole eppure dotato di un fiuto infallibile. A Welles interessa “non tanto la grandezza del male, quanto l'innocenza nel peccato” e così all'ambiguità morale fa riscontro un'analoga ambiguità estetica, giocata su una violenta deformazione dello spazio (grandangolo con lente a focale corta, profondità di campo esasperata) e su una velocità “doppia” (del montaggio, con vorticosi piani sequenza - tra cui il più celebre è quello che apre il film - e dei personaggi all'interno delle singole inquadrature). Noir sadico, dalle ascendenze kafkiane, capolavoro del cinema wellesiano, L'infernale Quinlan circola normalmente in una versione che contiene un quarto d'ora di immagini spurie… ed è priva di parecchie sequenze dirette da Welles…