DIE HEIMAT TRILOGIE
di Edgar Reitz
CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA
maggio - novembre 2005
NB:
Tutto il materiale pubblicato è stato tolto dall'inserto speciale de LaRegione Ticino
del 30 aprile 2005
“ Raccontare storie ha molto a che vedere con il ricordo di esperienze personali. Se alla memoria si aggiunge la capacità di ordinare e elaborare immagini e gli episodi non dimenticati, nascono i racconti, in una libera affabulazione che, nella sostanza, rispetta la verità originaria.”
   Quando alla fine degli anni 70 cominciai a girare   Heimat  , mi trovai a dover affrontare una decisione molto importante: i personaggi che vivevano nella cittadina del film, Schabbach, erano tormentati dalla voglia di andare via, ed alcuni di essi se ne erano andati per non fare più ritorno per una vita intera. Nella veste di narratore dovevo decidere se accompagnare  quelli che se ne andavano, o rimanere nella cittadina e seguire la storia di quelli che restavano. Scelsi la seconda versione, e così si creò l’immagine di una comunità cittadina, di un vincolo famigliare, di un mondo che funziona solamente nell’infanzia.  Heimat  , la terra delle origini, è sempre qualcosa che si è perduto, una nostalgia, un desiderio che non si realizza mai.
   Si resta delusi, se si prova a tornarvici.
   Negli anni della produzione di   Heimat   ho pensato all’altra versione: una narrazione che accompagnasse uno di quelli che se ne andavano lungo il suo cammino al di fuori della cittadina, del paesaggio, della famiglia, del mondo   dell’infanzia. Molti di noi hanno vissuto un’esperienza simile, ed essa ci ha influenzati non meno della stessa   Heimat  , della terra dalla quale proveniamo. Ho impiegato 7 anni di lavoro per scrivere e girare  Die zweite Heimat  , La seconda patria. Il luogo non indica la prosecuzione di Heimat, bensì quel luogo che scegliamo da adulti e nel quale decidiamo di fermarci, e che chiamiamo seconda patria. Il lavoro, le amicizie e la famiglia che ci formiamo sono le caratteristiche di questa patria d’elezione.
   Essa si fonda sulla nostra decisione. Ma l’amore, l’amicizia, il lavoro sono valori che si disgregano facilmente. Nella seconda patria si vive su un suolo incerto. La nostra  tensione verso la libertà è irrinunciabile, ma pericolosa per ogni legame. La seconda patria è sempre una cosa provvisoria.
   Come protagonista ho scelto Hermann, il ragazzo che se ne è andato da Schabbach dopo che la famiglia ha distrutto il suo primo amore...
   Mentre   Heimat   descriveva l’infanzia, la cittadina, la famiglia,   Die zweite Heimat   parla del passaggio all’età adulta, della vita nella grande città, dell’amicizia, dell’amore. L’amore è uno dei temi principali, perché i giovani artisti lo coltivano, ne sono innamorati e gli dedicano le loro opere: canzoni, poesie, quadri o film.  
   Edgar Reitz