François Truffaut
L'uomo che amava il cinema, i libri, le donne...
CIRCOLO DEL CINEMA DI BELLINZONA
aprile - giugno 2005
L'enfant sauvage
1969

Sceneggiatura: François Truffaut, Jean Gruault, da Mémoire et rapport sur Victor de l'Aveyron di Jean Itard (1806); fotografia: Nestor Almendros; montaggio: Agnès Guillemot; musica: Antonio Vivaldi (direzione musicale di Antoine Duhamel); interpreti: Jean-Pierre Cargol, François Truffaut, Françoise Seigner, Paul Villé, Jean Dasté, Pierre Fabre, Claude Miller, Annie Miller…; produzione: Marcel Berbert per Les Films du Carrosse / Les Productions Artistes Associés.
35mm, bianco e nero, v.o. st. t., 85'

Estate 1793: all'Istituto nazionale sordomuti di Parigi arriva un “ragazzo selvaggio” (Cargol), ritrovato allo stato primitivo nella foresta dell'Aveyron. Contro il parere dei colleghi, il dottor Itard (Truffaut) lo porta a casa sua e con l'aiuto della governante (Seigner) cerca di educarlo al linguaggio. Ispirato a un fatto vero.

Oggi mi rendo conto che L'enfant sauvage si imparenta sia con Les 400 coups che con Fahrenheit 451. In Les 400 coups ho mostrato un ragazzo che mancava di affetto, cresciuto senza tenerezza; in Fahrenheit 451 ho parlato di un uomo cui vengono negati i libri, cioè la cultura. Quello che manca a Victor dell'Aveyron è ancora più radicale: si tratta del linguaggio. Questi tre film sono dunque costruiti sopra una frustrazione fondamentale.