Ermannno
Olmi
Il mestiere del cinema

16.09.04 / 12.11.04

CIRCOLO
DEL
CINEMA
BELLINZONA
IL MESTIERE DEL CINEMA

Ermanno Olmi

19 settembre 2004  - 12 novembre 2004
E venne un uomo
Italia 1965
Soggetto e sceneggiatura: Ermanno Olmi, Vincenzo Labella (le parole attribuite al Mediatore sono tratte da «Il giornale dell’anima», «Biografia di Mons. Radini-Tedeschi», «Souvenirs d’un nonce», pubblicati da Edizioni di Storia e Letteratura, da lettere e altri scritti di Papa Giovanni XXIII); fotografia: Piero Portalupi; montaggio: Carla Colombo; musica: Franco Potenza; interpreti: Rod Steiger, Adolfo Celi, Giorgio Fortunato, Ottone Candiani, Rita Bertocchi, Pietro Gelmi, Antonio Bertocchi, Fabrizio, Alberto e Giovanni Rossi, Alfonso Orlando, Antonio Ruttigni; produzione: Sol Produzioni/Harry Saltzman.
35mm, colore, v.o., 95’
Attraverso le pagine del suo Diario di un’anima, viene ricostruita la vita di Angelo Roncalli (Steiger) poi papa Giovanni XXIII: la famiglia, il seminario, il periodo come segretario del vescovo Radini-Tedeschi (Celi), gli anni trascorsi in Bulgaria, Turchia e Grecia, la nunziatura a Parigi, il patriarcato a Venezia e l’elezione a pontefice (...) La voce del narratore è di Romolo Valli che doppia anche Steiger.
(Mereghetti)
Olmi è bergamasco come Angelo Roncalli ma, soprattutto, ha come quel papa radici contadine e dunque un occhio culturalmente predisposto a cogliere la concretezza degli esseri, delle azioni. Da questa caratteristica deriva la volontà di riflettere e far riflettere su come la bontà, elemento essenziale della mitologia giovannea, sia stata a sua volta il risultato di un lavoro – personale, quotidiano, ininterrotto, anche faticoso – praticato nell’arco di un’intera esistenza.
(Piccardi).
«Non mi sono assolutamente proposto di raggiungere un risultato cinematografico; (...) ci serviamo di quello che è il nostro mezzo di espressione perché sappiamo che è quello che più facilmente arriva al pubblico per dire delle cose che ci hanno fatto piacere e che sappiamo faranno piacere: si dovrà parlare soltanto di un film che vuole essere una conversazione».
(Ermanno Olmi)