Ermannno
Olmi
Il mestiere del cinema

16.09.04 / 12.11.04

CIRCOLO
DEL
CINEMA
BELLINZONA
IL MESTIERE DEL CINEMA

Ermanno Olmi

19 settembre 2004  - 12 novembre 2004
La leggenda del santo bevitore
Italia/Francia 1988
Sceneggiatura: Ermanno Olmi, con la collaborazione di Tullio Kezich, dal romanzo omonimo di Joseph Roth; fotografia: Dante Spinotti; montaggio: Ermanno Olmi; musica: Igor Strawinsky, Iter Pelosi; interpreti: Rutger Hauer, Anthony Quayle, Sandrine Dumas, Dominique Pinon, Sophine Segalen, Francesco Aldighieri, Jean-Maurice Chanet, Cécile Paoli, Joseph De Medina, Françoise Pinkwaser, Joséphine Lecaille...; produzione: Mario e Vittorio Cecchi Gori per Cecchi Gori Group-Tiger Cinematografica/Roberto Cicutto e Vincenzo De Leo per Aura Film, in collaborazione con RaiUno/Télémax (Parigi).
35mm, colore, v.o. doppiata in italiano, 125’.
Leone d’oro alla XLV Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, 1988.
Un misterioso benefattore (Quayle) consegna a un clochard (Hauer) che vive sotto i ponti della Senna 200 franchi, a patto che li restituisca alla chiesa dedicata a santa Teresa di Lisieux. Il barbone, gran bevitore ma uomo d’onore, incontrerà molti ostacoli prima di saldare il debito, ma conoscerà la più «bella e lieve» delle morti.
Olmi e Kezich, che collabora alla sceneggiatura, diluiscono le limpide e asciutte paginette del racconto di Joseph Roth in due ore e passa assorte e contemplative (...) Il film è dedicato a Lalla, prima moglie di Tullio Kezich allora recentemente scomparsa.
(Mereghetti)
Andreas, il protagonista, fluttua sui due significanti apparentemente opposti di debito metafisico e di credito finanziario. E solo l’ex androide Rutger Hauer, «attore dall’indiscutibile profumo di soldi» (Olmi), che compie prodezze mimiche per inventare una fisionomia diversa ad ogni inquadratura e per scollarne quella hollywoodiana da forzato del dollaro, può impersonarlo.
E il cristianesimo di Olmi? La sua onestà artistica sta nell’aver compreso che tutto il problema è un problema di dilazioni. L’enigma è negli interstizi delle dilazioni. Tempi che attraversano i tempi. Se di scadenza si è minacciati, se questa ci raggiungerà, proprio come ne El Burlador de Sevilla, tanto vale darla per scontata, anzi di fissarla in anticipo. Al Café Paradoxe, guarda caso, tutte le domeniche mattina.
(Spaziani)