Ermannno
Olmi
Il mestiere del cinema

16.09.04 / 12.11.04

CIRCOLO
DEL
CINEMA
BELLINZONA
IL MESTIERE DEL CINEMA

Ermanno Olmi

19 settembre 2004  - 12 novembre 2004
L’albero degli zoccoli
Italia 1978
Soggetto, sceneggiatura, fotografia e montaggio: Ermanno Olmi; musica: Johann Sebastian Bach eseguita all’organo da Fernando Germani; interpreti: contadini e gente della campagna bergamasca (Luigi Ornaghi, Francesca Moriggi, Omar Brignoli, Antonio Ferrari, Teresa Brescianini, Giuseppe Brignoli...); produzione: RAI Radiotelevisione Italiana/ Ital Noleggio Cinematografico.
35mm, colore, v.o. st. f/t, 175’.
Palma d’oro al Festival di Cannes 1978.
In una cascina del bergamasco, dall’autunno del 1897 fino alla primavera seguente, la vita, gli amori e soprattutto il lavoro di quattro famiglie contadine impegnate nei campi per conto del proprietario.
Partecipe omaggio a un mondo in via d’estinzione, osservato con rispetto e senza presunzione, lasciando che la poesia trapeli dai gesti e dalle parole di ogni giorno. Realizzato con la stessa gente della campagna bergamasca, il film colpisce «per il rigore e la trasparenza con cui descrive quel mondo» dove violenza e miseria sono riassorbite nella visione di un «ordine» unitario, pieno di disgrazie ma non di conflitti, alla cui base sta una visione cattolico-populista che idealizza l’umiltà rassegnata.
(Mereghetti)
Film costruito (nonostante la sua lunga durata) sul non dire o sul non mostrare, L’albero degli zoccoli mette in scena un mondo dove le parole sono spesso inutili, un mondo che ignora i discorsi o che li considera pleonastici, in cui l’ellissi è non solo figura base del raccontare cinematografico, ma anche figura base dell’esistenza; e rappresenta questo mondo con il suo stesso linguaggio povero ma sottile, delicato e finissimo, con uno stile in cui l’ellissi diventa cuore pulsante sia per i personaggi sia per l’autore, con una povertà che è il massimo della ricerca; un film silenzioso di gente silenziosa, per la radicata certezza di questi uomini che sanno di ripetere, giorno dopo giorno, i gesti dei loro padri.
(Bernardi)